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mente associò al culto privato anche quello dell’intera nazione fioren-
tina 101 che, dal 1676, ufficialmente festeggiò il patrono di Firenze nella
chiesa della comunità oratoriana 102 di cui Simone Zati era stato un
generoso benefattore 103 .
Il prestigio conseguito dal nostro all’interno della sua comunità na-
zionale è sancito dalla fiducia accordatagli da altri membri di Casa
Medici. Dopo Leopoldo, si avvalse di Simone Zati anche Claudia (1603-
1649), arciduchessa d’Austria. Nel 1647, come tutrice del figlio mino-
renne Sigismondo Francesco (1630-1665), lo nominò procuratore ge-
nerale per l’amministrazione della commenda di Santa Maria di Alto-
fonte presso Palermo di cui era abate 104 . L’incarico fu reiterato nel
1649 105 ancora dall’arciduchessa e, dal 1650 in poi, direttamente dal
nobile rampollo divenuto maggiorenne 106 .
Nel 1649 Simone Zati annullò il testamento del 1608 107 senza det-
tarne uno sostitutivo, nonostante l’età e la condizione: aveva sessan-
tanove anni ed era celibe. Forse era incerto se favorire Cosimo o Si-
mone junior, i nipoti che lo avevano raggiunto in Sicilia. Entrambi
operavano con profitto anche per proprio conto muovendosi tra Pa-
lermo, Firenze e Napoli 108 , e dei due, il primo aveva già preso moglie 109 .
Non si esclude però il proposito di volere far parte della Congregazione
dell’Oratorio, così come aveva fatto prima di lui il banchiere genovese
Camillo Pallavicino 110 . I sacerdoti e i fratelli laici oratoriani erano
101 Della comunità dei “fiorentini” residenti a Palermo non conosciamo i precedenti
luoghi di aggregazione, l’organizzazione del consolato e la serie dei consoli, carica questa
nel 1637 detenuta da Pietro de’ Medici, Asp, notaio Pietro Arrighi, vol.4340, 22 gennaio
1637, cc. 521r-522r.
102 Cfr. C. D’Arpa, Architettura e arte religiosa cit., p.57.
103 Avz, vol.2, cfr. Annali della Congregazione dell’Oratorio di San Filippo Neri di Pa-
lermo, manoscritto del XVIII secolo, Biblioteca Comunale di Palermo ai segni 3Qq D4,
c.465.
104 F. D’Avenia, La Chiesa del re, cit., p.41-45. L’antica e ricca abazia cistercense di
Santa Maria di Altofonte, nel XV secolo fu commutata in commenda di regio patronato.
Nel 1635, alla morte del cardinale Scipione Borghese, Filippo IV l’assegnò a Sigismondo
Francesco d’Austria, il figlio dell’arciduca Leopoldo V (1586-1632) di appena cinque
anni, cfr. A. Busellini, Il Palazzo di Ruggero II e l’Abbazia di Santa Maria di Altofonte, in
Altofonte: un luogo la sua storia un territorio la sua comunità, una banca lo sviluppo pos-
sibile, Banca di Credito Cooperativo di Altofonte, Palermo 1999, pp.83-98.
105 Asp, notaio Pietro Arrighi, vol.4352, 7 gennaio 1649, cc.172r-173r.
106 Asp, notaio Pietro Arrighi, vol.4353, 20 gennaio 1650, cc. 135r-138r.
107 Avz, vol.57, c.18r. Annullamento effettuato il 21 dicembre del 1649 presso il no-
taio Carlo Raimondo di Palermo ma non repertoriato.
108 Nel 1649 Simone senior nominava suoi procuratori generali a Firenze i nipoti
Simone junior e Antonio Rondinelli, Asp, notaio Pietro Arrighi, vol. 4351, 30 gennaio
1648, cc. 151r-152r. Nel 1652 Cosimo inviava a Napoli da Palermo una partita di tessuti
destinati al fratello Simone junior, idem, vol.4356, 9 dicembre 1652, cc.71r-v.
109 Camilla Capponi, Avz, cassetta 135, fascicolo 10.
110 Cfr. C. D’Arpa, Architettura e arte religiosa cit., p.118; C. D’Arpa, C. Sedda (a cura
di), Miscellanea Storica della Congregazione dell’Oratorio di San Filippo Neri di Palermo,
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Aprile 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)