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                   Nell’estate del 1656 Simone Zati aveva cambiato inoltre residenza, fu
                l’ultima in cui abitò 116 . Benedetto Emanueli gli concesse in affitto per la
                durata di nove anni la casa un tempo appartenuta a Domenico Xuarez,
                ubicata nel quartiere della Loggia in prossimità  della chiesa di Santa
                Maria di Piedigrotta nel porto della Cala 117 . La dimora ‒ condivisa con il
                nipote omonimo ‒ era un palazzo su più piani, composto di numerose
                stanze ben arredate e corredate di cui quelle al piano terra ospitarono il
                banco 118 . Non lontano dalla piazza del Garraffello, sede storica dei com-
                merci, l’anziano Simone Zati fino agli ultimi giorni della lunga e fortu-
                nata vita attese personalmente ai suoi molteplici affari 119 . All’età di set-
                tantotto anni, la morte lo colse verosimilmente in buona salute, era il 5
                febbraio del 1658. Non avendo dettato altro testamento, si ritrovarono
                a essere suoi eredi dodici nipoti, sia maschi sia femmine, e la maggior
                parte residenti a Firenze. Per legge, a ognuno di loro spettò la stessa
                quota ereditaria compensata in denaro contante dal congiunto Simone
                Zati junior che tenne per sé il marchesato di Rifesi. Sopravvisse allo zio
                solo due anni, morì a Napoli nell’estate del 1660, anch’egli celibe. Ebbe
                comunque il tempo di fare testamento con cui istituì un fedecommesso
                per la trasmissione del titolo marchesale nella discendenza maschile del
                giovanissimo nipote Giulio Zati e Guicciardini. Il nobile ramo familiare
                siciliano si esaurì in appena due  generazioni. Alla morte di Placido nel
                1769, in mancanza di altri maschi anche tra gli Zati di Toscana, se-
                condo quanto disposto dal fedecommesso istituito da Simone junior, il
                titolo di marchese di Rifesi spettò alla discendenza maschile della so-
                rella Anna, dunque a Vincenzo Velluti, duca di San Clemente. L’eredità
                comportò però a questo di far propri il cognome e il blasone di casa Zati
                che antepose a quelli propri 120 .





                   116  Nel 1649 sappiamo che risiedeva nella circoscrizione della chiesa parrocchiale di
                San Nicolò alla Kalsa. Probabilmente aveva preso in affitto la casa lasciata libera da
                Vincenzo Velluti, suo nipote acquisito, quando se ne ripartì da Palermo, Avz, vol.57,
                c.44v.
                   117  Cfr. Vincenzo Di Giovanni. Palermo Restaurato cit., p.151. Nella «domum magnam
                in diversis corporibus et membris cum eis acqua fluente et cum duobus carruzzarijs»
                (Asp, notaio Bartolomeo Spiticchi, vol.4704, 21 giugno 1656, cc.406r-v), nei pochi mesi
                in cui ci visse, l’anziano banchiere fece fare diversi lavori di manutenzione, Asp, notaio
                Bartolomeo Spiticchi, vol.4739, 7 settembre 1656, cc.10r-v; 9 giugno 1657, ivi, c.422v;
                9 agosto 1657, ivi, c.602v.
                   118  La dimora con i suoi arredi è documentata nell’inventario di Simone Zati junior,
                Asp, notaio Bartolomeo Spiticchi, vol. 4708, 5 agosto 1660, cc.624r-632r.
                   119  Gli atti del notaio Bartolomeo Spiticchi lo documentano in attività sino alla vigilia
                del suo decesso.
                   120  C. D'Arpa, Mercanti e banchieri fiorentini a Palermo nel secolo XVII: gli Zati mar-
                chesi di Rifesi, di prossima pubblicazione.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Aprile 2023
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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