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Mercanti e banchieri fiorentini a Palermo nel secolo XVII...      51


                    una “casena” di campagna, ubicata lungo lo stradone di Mezzomon-
                    reale, a quel tempo zona tra le più esclusive dell’agro palermitano. Il
                    banchiere conosceva senz’altro la venditrice, Donna Caterina Grazzini
                    e De Gaspano, vedova del nobile Don Diego Del Castillo, poiché figlia
                    di un connazionale. Per altro la sua famiglia materna aveva diritto di
                    patronato sulla cappella della Madonna degli Angeli posta nel tran-
                    setto della chiesa oratoriana. Simone aveva acquistato al prezzo di no-
                    vecento onze un «tenimento grande di case» con annesso fondo agri-
                    colo formato da «più luoghi con diversi alberi, vigne, piccolo giardino,
                    antro con acqua» . La vicinanza a Palermo di questa proprietà gli con-
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                    sentì di gestirla in proprio.
                       Per l’affidabilità e buona reputazione, Simone Zati, nel 1644 fu no-
                    minato  “deputato”  al  monastero  delle  Donne  Riparate  sotto  il  titolo
                    dell’Immacolata Concezione , fondato nel 1625 per soccorrere le pro-
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                    stitute pentite e dotato da Antonio Colnago, barone di Santa Venera,
                    e da Francesco Graffeo, marchese di Regiovanni . I due benefattori
                                                                     98
                    erano legati all’ambiente oratoriano di Palermo, avendo le rispettive
                    cappelle familiari nella chiesa di Sant’Ignazio martire dove ne ottenne
                    una anche Simone Zati. Nel 1645, su richiesta del «mercatore floren-
                    tino», padre Gilberto Scuderi, Preposto della Congregazione dell’Ora-
                    torio, gli concedeva lo jus patronatus sulla seconda cappella entrando
                    a destra. Per avere il diritto esclusivo di sepoltura, Simone Zati offrì
                    agli  Oratoriani  il  compenso  di  onze  centosessanta  con  l’impegno  di
                    farvi realizzare entro dieci anni gli adorni architettonici «conforme li
                    altri cappelli di detta chiesa», prendendo a modello quella del conte
                    Castelli . La cappella, dedicata a San Giovanni Battista 100 , probabil-
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                       96  Asp, notaio Pietro Arrighi, vol. 4343, cc.396r-405r; Avz, vol.62. Il giardino non fu
                    solo un luogo ameno dove risiedere ma anche una risorsa economica. Un documento
                    successivo del 1656 attiene alla vendita della produzione di agrumi, Asp, notaio Barto-
                    lomeo Spiticchi, vol.4738, cc.369v-370r.
                       97  Asp, notaio Pietro Arrighi, vol.4348, 25 novembre 1644, cc.121r-v.
                       98  L. Sampolo, Sugli istituti di emenda della città di Palermo dal XVI al XIX secolo,
                    Palermo 1874, pp. 24-26.
                       99  Avz, vol. 45, cc.29r-30r.   L’atto fu redatto il 7 luglio del 1645 dal notaio palermi-
                    tano Vincenzo Amato.
                       100  La pregevole tavola della Modanna con Gesù Bambino e San Giovannino attribuita
                    al pittore Giovanni Antonio Sogliani (1492-1544), un tempo sull’altare, con le soppres-
                    sioni del XIX secolo è entrata a far parte delle collezioni artistiche del Regio Museo Na-
                    zionale di Palermo, cfr. A. Cecchi, Un altro dipinto del Sogliani in Sicilia: l’Adorazione del
                    Bambino dell’Olivella di Palermo, in Evelina De Castro (a cura di), Eredità d’arte, Pa-
                    lermo University Press, Palermo 2019, pp.54-57. Agli inizi del Settecento Antonino Mon-
                    gitore ne aveva registrato la tradizionale attribuzione a Raffaello (A. Mongitore, Storia
                    delle chiese di Palermo, a cura di F. Lo Piccolo, CRICD, Palermo 2009, vol.2, p.244),
                    l’attribuzione, a metà Ottocento, fu oggetto di un animato dibattito accademico tra chi
                    la condivideva e chi invece la confutava adducendone altra a favore del pittore Lorenzo
                    Di Credi (G. Di Marzo Ferro, Guida istruttiva per Palermo e i suoi dintorni riprodotta su
                    quella del cav. Don Gaspre Palermo, Palermo 1859, pp. 139-141).


                                                  Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Aprile 2023
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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