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Mercanti e banchieri fiorentini a Palermo nel secolo XVII...      49


                    sione del 9 giugno del 1625, per magnificenza e ricchezza, si distinsero
                    l’altare patrocinato da Fortunio Arrighetti come Gran Tesoriere del Re-
                    gno di Sicilia, e l’arco della nazione fiorentina, realizzato su progetto
                    dell’architetto Antonino Marchese . L’apparato fu commissionato dal
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                    console, probabilmente Averardo Serristori documentato in tale ruolo
                    nel 1627 .
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                       Il legame di Simone Zati con la madre patria è attestato dai rapporti
                    economici avuti con i maggiori banchieri fiorentini. Nel 1629 la dogana
                    di Palermo registrava l’ingresso di moneta per un valore di onze mille
                    e duecento, ottocento e settemila estratti dalla città di Messina «per
                    Lorenzo Lanfredini di fiorenza» .
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                       Con il trascorrere degli anni, il raggio di azione degli investimenti
                    della  società Mannelli & Zati si allargò verso altri settori. Nel 1636
                    acquistò dal regio ufficio della Deputazione del Regno la gabella del
                    carlino sulla seta prodotta nei territori di Montalbano e Piraino . Nel
                                                                                  87
                    1640 i due soci entrarono anche in possesso della baronia di San Bla-
                    sio ‒ congiunta ai feudi di Gialdonneri e Mandralita ‒ ceduta da Gio-
                    vanni Battista de Gerardo a compensazione di un debito contratto con
                    il loro banco . L’amministrazione dei feudi rimase in carico alla so-
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                    cietà fino al 1643; dopo la morte di Mannelli, avvenuta l’anno prece-
                    dente , il socio ritenne opportuno alienarli rimettendoli alla Deputa-
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                    zione degli Stati.



                       84  F. Paruta, Relatione delle feste fatte in Palermo nel M.DC.XXV per lo trionfo delle
                    gloriose reliquie di S. Rosalia vergine palermitana, Palermo 1651, p.9; cfr. Anonimo, Re-
                    lazione del sontuoso apparato con la meravigliosa e non più vista processione fatta nella
                    città di Palermo del glorioso corpo di S. Rosalia nel dì 9 luglio 1625 di lunedì con l’ordine
                    di tutti gli stendardi, e bare, e conventi, e clero, con lo numero di tutte le persone, le quali
                    intervennero ad accompagnare dette gloriose sante reliquie, manoscritto del sec. XVII,
                    Biblioteca Comunale di Palermo, ai segni Qq_C_75, cc. 18r-19r; G. Mendola, Maestri del
                    legno a Palermo tra Tardogotico e Barocco, in T. Pugliatti, S. Rizzo, P. Russo (a cura di),
                    Manufacere et scolpire in lignamine. Scultura e intaglio in legno in Sicilia tra Rinascimento
                    e Barocco, G. Maimone, Catania 2012, p.169.
                       85  Quell’anno nominava Giovanni Battista Brocco notaio ufficiale della comunità to-
                    scana residente a Palermo, Asp, notaio Francesco Comito, vol.925, 14 ottobre 1627,
                    cc.143r.
                       86  La somma più alta di settemila onze era stata trasportata dalle «galeri di Sicilia»,
                    Asp, Secrezia, vol. 1624, in date 22 settembre, 8 e 22 ottobre.
                       87  L’acquisto della gabella da parte di Simone Zati fu effettuata a compensazione di
                    crediti dovuti dalla Deputazione del Regno nei confronti della società Mannelli & Zati.
                    Avz, vol.57, cc.119r-152v.
                       88  Asp, notaio Pietro Arrighi, vol.4349, 22 dicembre 1645, cc.121r-140v.
                       89  Nel 1642, Simone Zati faceva trascrivere a Palermo la rettifica della procura gene-
                    rale che Mannelli gli aveva reiterato a Messina il 23 agosto del 1634. Il socio, poco prima
                    di morire, aveva avallato la nomina di un suo sostituto,  Giovanni Peri, residente a Pa-
                    lermo, e ciò per dare a Zati «aliquod ausilium», Asp, notaio Pietro Arrighi, vol.4346, 6
                    dicembre 1642, cc.185r-195r.


                                                  Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Aprile 2023
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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