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                turchi, in particolare per una grande impresa che era in preparazione .
                                                                                  78
                In via cautelativa si dettero assicurazioni in merito alla fede cattolica
                dell’equipaggio che sarebbe passato al servizio del granduca. Queste mi-
                sure rispondevano alla necessità di difendersi dalle accuse di arruola-
                mento di soldati e marinai “eretici” fra le schiere granducali, un pro-
                blema che si presentò più volte ai segretari di Ferdinando .
                                                                       79
                   Il 30 aprile 1607 il galeone Livorno arrivò finalmente a destinazione,
                a quasi un anno di distanza dal suo acquisto.  Cesare Tinghi, aiutante
                                                           80
                di camera di Ferdinando, annotò il felice evento nel suo Diario di Eti-
                chetta, sottolineando la felicità del Granduca e la maestosità del va-
                scello «[…] che mai ne nostri mari s’è visto il Magiore» . La notizia del
                                                                    81
                suo arrivo raggiunse Van der Neesen alla fine del mese, con suo grande
                sollievo 82 . L’agente, ancora impegnato in commissioni per il Granduca,
                propose  dunque  l’acquisto  di  un’altra  nave,  il  Leone  Rosso  d’Olanda
                che, se usata assieme al Livorno, «sarebbano bastante a far tremare
                tutto il mare di Levante» . Tale proposta non ebbe però seguito, proba-
                                       83
                bilmente per evitare ulteriori problemi con gli Stati Generali.
                   L’arrivo  a  Livorno  dell’omonimo  galeone  concise  con  l’avvio  della
                grande impresa preparata nei mesi precedenti dal granduca e i suoi se-
                gretari, l’attacco all’isola di Cipro, che segnò il definitivo impiego della
                nave nel Mediterraneo. Sia per pragmaticità che per convenienza poli-
                tica, il granduca decise di non raggiungere i mercati dell’Oceano In-
                diano, cercando di non alterare ulteriormente i rapporti con gli olandesi
                e la corona di Spagna. Gli avvertimenti degli Stati Generali e il divieto
                posto dalla VOC bastarono a scoraggiare qualsiasi tentativo della To-
                scana di inviare le proprie navi al di là del Capo di Buona Speranza.


                3. La Guerra in Levante: il galeone di Livorno e l’impresa di Cipro
                    del 1607

                   La scelta di Ferdinando di ripiegare verso il Mediterraneo ci proietta
                in un contesto a cui il Granducato di Toscana era decisamente più
                avvezzo. Quest’area non era più stata lo scenario di importanti scontri
                sin dalla battaglia di Lepanto (1571) a causa dell’impegno spagnolo nei
                Paesi Bassi da una parte e dell’Impero Ottomano in Persia e Ungheria
                dall’altra.  Il  Mediterraneo  all’inizio  del  XVII  secolo  fu  caratterizzato


                   78  Ibidem.
                   79  Asf, Mdp, 300, c. 39, 5 maggio 1607.
                   80  Bncf, Capponi, 261.1, c. 182.
                   81  Ivi, c. 183.
                   82  Asf, Mdp, 4750, c. 778, 25 maggio 1607.
                   83  Ibidem. Come già indicato, il nome Leone Rosso era molto diffuso fra le navi olan-
                desi, in quanto simbolo della stessa Olanda.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Aprile 2023
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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