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76 Massimo Bomboni
Molte ragioni di carattere sia politico sia economico e religioso spin-
sero il granduca a convogliare tutti i suoi mezzi e ricchezze a sostegno
della conquista di Cipro dalle mani dei Turchi. L’Impero ottomano
stava vivendo un periodo di profonda crisi interna, causata da nume-
rose ribellioni a cui il granduca guardava con grande interesse 88 .
Alcuni Greci di Cipro, infatti, avevano fatto appello direttamente dal
granduca, richiedendo aiuto e offrendo appoggio per la liberazione
dell’isola dal gioco turco . Uniti nella stessa lotta contro il dominio del
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sultano vi erano anche il governatore di Aleppo Canbuladoglu Ali
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Pasha e l’emiro dei drusi del Libano, Fakhr ad Din, che strinsero rap-
porti di amicizia e cooperazione con Ferdinando . Nelle ambizioni del
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granduca, il successo di queste rivolte avrebbe garantito l’accesso ai
porti levantini per i mercanti toscani e soprattutto la possibilità di rag-
giungere liberamente la Terra Santa.
Alla crisi interna, nell’Impero ottomano si era aggiunta dal 1603
anche quella estera, con l’Impero safavide di Persia che aveva attac-
cato i confini orientali delle terre del sultano, costringendolo a impe-
gnare le sue forze lontano dal Mediterraneo. Ferdinando I aveva già
iniziato da alcuni anni a intavolare accordi diplomatici con lo Shah
Abbas I di Persia in vista di una possibile alleanza anti-ottomana e
fruttuose relazioni commerciali . Vi era stata infine la Lunga Guerra
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fra Ottomani e gli Asburgo, combattuta in Ungheria e Transilvania ne-
gli anni precedenti (1593-1606), che aveva lasciato entrambi i conten-
denti esausti e senza alcun guadagno rilevante . Secondo le previsioni
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del granduca Ferdinando e dei ribelli, un attacco diretto ai domini ot-
tomani poteva sollecitare gli altri movimenti disgreganti all’interno e
all’esterno dell’Impero, portandolo alla rovina. Questa congiuntura po-
sitiva era poi rafforzata dalla riconciliazione fra Venezia e il pontefice
Torino, 2009; E. Skoufari, Cipro veneziana, 1473-1571: istituzioni e culture nel regno
della Serenissima, Viella, Roma, 2011.
88 Possiamo trovare un’ottima analisi della politica medicea nel Vicino Oriente in: B.
Brege, Tuscany in the Age of Empire cit., pp. 230-280.
89 Asf, Mdp, 2077, ins. 4, c. 1030, 18 giugno 1607.
90 B. Brege, Tuscany in the Age of Empire cit., pp. 230-233; Asf, Mdp, 2077, ins. 3,
c. 729, 19 settembre 1606: «Vi è il Bascia di Aleppo che per non haver voluto lasciar
quel governo, già si ribellò. […] Egli non solamente è unito con quel capo Persiano che
incontrò e ruppe il nuovo Bascia mandato da Costantinopoli in Aleppo […] ma ancor
con Lemir Faccardino, il quale è capo dei Drusi, popoli habitatori delle montagne sopra
Baruti, et sopra Sietto, che sono due parti in Siria verso Alessandria d’Egitto».
91 Riguardo i contatti diplomatici fra la corte toscana e quella persiana vedere: B.
Brege, Tuscany in the Age of Empire cit., pp. 281–319; D. Trentacoste, The Marzocco
and the Shir o Khorshid: The Origin and Decline of Medici Persian Diplomacy (1599–1721),
«Cromohs - Cyber Review of Modern Historiography», fasc. 24, (2021), pp. 21-41.
92 Sulla Lunga Guerra Turca: G. Hanlon, The twilight of a military tradition. Italian
aristocrats and european conflicts, 1560-1800, UCL Press, London, 1998; B. Mugnai, C.
Flaherty, Der Lange Turkenkrieg: (1593-1606), vol. 1, Soldiershop, Zanica, 2018.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Aprile 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)