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86 Giorgio Toso
conflitto, in aperta contraddizione con la politica di neutralità seguita
fino ad allora e formalmente contro il solo Regno di Sardegna, era do-
vuto alla necessità di contrastare le mire sabaude sul Marchesato di
Finale , acquistato dalla Repubblica nel 1713 ma promesso ai Savoia
2
da Austria e Gran Bretagna in cambio dell’ingresso in guerra.
In questo contesto, il governo genovese richiese al Magistrato delle
Galee, che aveva in carico la gestione pratica della piccola flotta pub-
blica , una lista dei galeotti condannati al remo per diserzione
3
dall’esercito. Il risultato di questa inchiesta è rappresentato da un re-
pertorio contenente i nomi di 222 individui , provenienti sia dal terri-
4
torio della Repubblica sia dall’estero e accomunati dal fatto di scontare
sulle galee una condanna, appunto, per diserzione.
Dopo una rapida rassegna sulle condizioni della flotta pubblica ge-
novese nel Settecento, in questa sede si presentano e si analizzano i
dati che possono essere ricavati da questa rassegna. L’obiettivo è
quello di fornire, attraverso lo spaccato emergente da questi docu-
menti, alcune indicazioni, quali ad esempio la provenienza o l’età, re-
lativamente agli effettivi delle forze armate terrestri della Repubblica
verso la metà del XVIII secolo. Per quanto il campione sia numerica-
mente limitato, infatti, si ritrovano comunque informazioni interes-
santi circa l’eterogeneità riscontrabile in tale organico, in cui i liguri
rappresentavano solo una parte del totale .
5
2 Il Marchesato di Finale, acquistato da Genova in seguito alla guerra di Successione
spagnola, era stato controllato nel secolo precedente dalla Spagna. A questo proposito,
P. Calcagno, “La puerta a la mar”. Il Marchesato del Finale nel sistema imperiale spa-
gnolo, Viella, Roma, 2011, pp. 427-462.
3 Su questo tema si veda V. Borghesi, Il Magistrato delle Galee (1559-1607), in Guerra
e commercio nell’evoluzione della marina genovese tra XV e XVII secolo, tomo II, Istituto
di storia moderna e contemporanea, Genova, 1973, pp. 187-223.
4 Asg, Archivio segreto, Maritimarum, n. 1708. Genova, 23 marzo 1745, nota dei
disertori condannati al remo. La data è riportata nella lettera di presentazione del re-
pertorio, allegata alla pratica. Secondo quanto dichiarato in questa missiva, i forzati
interessati da questa inchiesta sarebbero 223, tuttavia nel repertorio sono effettiva-
mente presenti solo 222 nomi: questa piccola discrepanza è verosimilmente frutto di
errori di calcolo o di imprecisioni, avvenuti durante la stesura del documento. L’elenco
vero e proprio dei condannati occupa quattordici pagine.
5 Non esiste uno studio esaustivo sulla flotta genovese in epoca moderna; riguardo
all’esercito, invece, si fa riferimento a P. Giacomone Piana, R. Dellepiane, Militarium,
Daner, Savona, 2003. I ranghi dell’esercito genovese, pur restando numericamente piut-
tosto esigui, avevano conosciuto un ampliamento in occasione della guerra contro i Sa-
voia del 1625 (P. Giacomone Piana, R. Dellepiane, La preparazione militare della Repub-
blica di Genova per la guerra del 1625, in D. Puncuh [a cura di], Studi in memoria di
Giorgio Costamagna [«Atti della Società Ligure di Storia Patria», n.s., XLIII], 2003, pp.
269-304); inoltre, in virtù di una vocazione “anfibia” che lo accomunava ad altri eserciti
dell’epoca, quello genovese rappresentava un utile strumento per il controllo dell’ordine
pubblico tra Liguria e Corsica (si veda P. Calcagno, “Per la pubblica quiete”. Corpi armati
e ordine pubblico nel Dominio della Repubblica di Genova [secoli XVI-XVIII], «Società e
storia», 129 [2010], pp. 453-487; E. Beri, “Far le marce per le esecuzioni di giustizia”. La
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Aprile 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)