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I galeotti della flotta genovese condannati per diserzione... 95
toscani (9) e svizzeri (7). Nel primo caso prevalgono ancora indicazioni
generiche, con la definizione di «Spagna» presente in cinque occasioni;
tuttavia sono nominate anche città come Madrid, Barcellona e Sara-
gozza. Allo stesso modo, gli svizzeri presentano tutti la medesima pro-
venienza, senza maggiori specificazioni, e praticamente nella totalità
appaiono originari dei cantoni di lingua tedesca. Vista la presenza con-
sistente di soldati svizzeri nei reggimenti genovesi, come per gli au-
striaci si può comunque ipotizzare la presenza di individui nativi del
paese alpino nel gruppo dei tedeschi.
Decisamente più variegata la situazione dei toscani. In questo caso
i sudditi del Granducato sono infatti due, entrambi fiorentini, mentre
sono presenti anche due disertori provenienti dalla Repubblica di
Lucca, tre originari della Lunigiana (in particolare di Fosdinovo, Po-
denzana e Pontremoli) oltre a un uomo originario di Piombino condan-
nato per aver trasportato disertori dell’esercito genovese. Gruppi mi-
nori sono infine gli emiliani, con tre forzati provenienti dal Ducato di
Parma e uno da Modena, e i sudditi della Repubblica di Venezia, cioè
due veneti e un bresciano. Casi singoli riguardano invece Gran Breta-
gna, Olanda e Polonia.
3. Conclusione
Come si vede dai dati menzionati, malgrado una maggioranza rela-
tiva di abitanti della Repubblica di Genova, soprattutto liguri, i forzati
condannati al remo per diserzione avevano provenienze piuttosto va-
rie. Purtroppo, l’italianizzazione delle generalità e la genericità spesso
presente nelle indicazioni sulle provenienze rendono in qualche caso
difficile stabilire con esattezza l’appartenenza a un gruppo nazionale
specifico. Il carattere composito e multietnico delle forze armate geno-
vesi, che rifletteva una prassi all’epoca assai diffusa, emerge comun-
que in maniera significativa.
Anche in un contesto particolare come quello genovese, con un
esercito numericamente ridotto, impiegato principalmente per la di-
fesa e il controllo del territorio e non per campagne militari di ampio
respiro, la tendenza a schierare in gran parte soldati provenienti
dall’estero era quindi ben presente. Nonostante le circostanze di una
guerra che finì, vista anche l’invasione austro-piemontese della Ligu-
ria, per assumere una precisa connotazione ʻnazionaleʼ, con una forte
e precisa retorica sulla lotta per la liberazione dagli occupanti, buona
parte della sicurezza della Repubblica si basava, quindi, sull’apporto
di soldati originari di svariate regioni europee e, in qualche caso, ad-
dirittura sudditi di potenze ostili.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Aprile 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)