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                prelato ad altra sede, poi la sospensione della sua giurisdizione, non-
                ché la deputazione di un commissario «ad effectum complendi et pro-
                cessum  informativum  perficiendi  ac  informationem  de  aliis  noviter
                commissis delictis capiendi», e l’ingiunzione «ne ab urbe discedat do-
                nec de causa cognoscitur». Nel frattempo, perché non provare un’altra
                volta a inviare un vicario apostolico? Da parte della Congregazione,
                infatti – considerato che «per tot elapsos annos» la diocesi siciliana era
                stata  privata  dell’amministrazione  dei  sacramenti  della  cresima  e
                dell’ordine (riservati al vescovo) e che tale situazione sarebbe conti-
                nuata «per plura lustra» fino alla fine del processo –, «humiliter sup-
                plicatur de aliquo apostolico vicario in episcopali dignitate constituto
                provideri ut praedicta sacramenta, et caetera episcopales functiones
                pro illius civitatis et diocesis animarum salute celebrare valeat» .
                                                                              88
                   Di fatto, nessuna delle decisioni della Congregazione ebbe seguito,
                anzi due anni dopo il Proto fu assolto e poté fare ritorno a Messina
                grazie alla mediazione del cardinale Doria, in quel momento viceré in-
                terino, dove rimase fino alla sua morte nel 1646 . Dunque, tanto ru-
                                                               89
                more per nulla.


                4. Un patronato “neutralizzato”?

                   Nella sua ultima sezione il Discurso cercava di individuare «los re-
                medios que se proponen a Su Magestad para que ni los dichos obispos
                [y] sus vasallos sean desaforados, ni que aquel grege quede por sus
                ausencias desamparado, ni que se le quite el Real Patronazgo, ni se
                hagan  otros  perjuicios  a  sus  regalías».  Bisognava  innanzitutto  fare



                   88   Ivi,  due  atti  della  Congregazione  dei  Vescovi  e  Regolari,  intitolati  Messanensis
                translationis  e  Messanensis Excessuum,  s.d.  ma  1637.  In  un  memoriale  in  difesa  di
                Proto il segretario della Congregazione, monsignor Cesare Facchinetti, riconduceva tut-
                tavia le accuse contro l’arcivescovo all’odio di pochi, citando gli analoghi casi di calunnia
                che avevano sofferto i suoi quattro predecessori sulla cattedra peloritana, e sottolineava
                quanto fosse urgente il suo rientro in diocesi per fare fronte alle impellenti necessità
                pastorali: ivi, s.d. ma 1637.
                   89  F. D’Avenia, Giannettino Doria cit., p. 192; Id., La Chiesa del re cit., p. 136. In una
                lettera anonima e senza destinatario (forse l’agente del Senato di Messina a Roma), in-
                viata da Taormina il 2 maggio 1637, si informava dell’arrivo da Napoli di un grosso fascio
                di lettere indirizzate a Proto, che evidentemente era rientrato in Sicilia (forse a Palermo,
                come si potrebbe ipotizzare da un’altra lettera del 5 agosto successivo). Pare girasse
                anche la voce che, inviando 100.000 scudi a Roma, «sarà Cardinale o chierico di Cam-
                bera (sic)», e che dopo avere fatto imballare il suo archivio e gran parte della sua roba,
                «ora ogni cosa s’ha sopraseduto, si iudica ch’habia havuto qualchi altra prorogatione;
                […] è vero che son tanti l’estorsioni, et compositioni ch’ha fatto, et fa piangiri li petri [o
                preti?], et è diventato tanto etirato et crudele ch’è una gran pietà, si questo persevera
                più in questa all’ultimo ci butterà foco, et haveria stato meno danno sel’havessero sa-
                chegiato li Turchi»: Aav, Cvr, 308.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Agosto 2023
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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