Page 108 - Rivista58_BR_con_cop
P. 108
334 Fabrizio D’Avenia
basandosi non su specifici reati, «sino por lo que hiço el dicho juez de
la Monarquia contra su reputación, su conçiencia y de su Rey», con-
segnando al commissario apostolico documentazione riservata . Una
79
volta di più l’autore del Discurso prendeva di mira la condotta del giu-
dice della Regia Monarchia, ribadendo sarcasticamente alcune pagine
dopo «que ansí como es ministro del Rey, lo fuera de Roma no lo pu-
diera hacer con mayor cuydado y diligencia» , interessante testimo-
80
nianza di un cortocircuito (per non dire un controsenso) giurisdizio-
nale che nemmeno i detrattori più irriducibili della Monarchia sicula,
come il menzionato Baronio o il cardinale Bellarmino – il quale era
arrivato a definirla addirittura come una «gran blasfemia» – avreb-
81
bero mai potuto immaginare.
Fin qui la versione dei fatti secondo la ricostruzione, certamente
non imparziale, del Discurso, che non faceva minimamente menzione
della «doblez» dell’arcivescovo Proto, il quale, come scriveva il viceré
Albuquerque al sovrano,
a un mismo tiempo atropellava los vasallos de V. Magestad y inpugnava la
jurisdición de la [Regia] Monarquía con escritos a la Congregación pensando
con este escudo defenderse de Roma, y aora que vee no le [h]a salido bien la
traza, dije que padeze por el servicio de V. Mag.d y porque [h]a defendido la
Monarquía siendo assi que con todas sus fuerzas a procurado anichilarla 82 .
D’altra parte, che la questione dei vicari apostolici si portasse dietro
anche un attacco frontale alla Regia Monarchia, lo aveva molto chiaro
il cardinale Borja. L’ambasciatore, che su questo punto sosteneva una
posizione molto diversa da quella di Albuquerque (e bisognerebbe in-
dagarne più in profondità le effettive ragioni), scriveva infatti al viceré
che la giurisdizione del vicario apostolico era eccessivamente ampia e
pericolosa
a fin de dar por tierra la Monarquía […] podrá prender legos, tener familia
armada, ser dueño del archivo y reconocerle, quitar y poner en el lo que le
pareciere, y aunque esta jurisdición tan ampla está introducida y permitida a
los ordinarios ecclessiásticos, es de este Reyno por parar las causas en la
79 «De haver dado los papeles que el arçobispo havía imbiado a su Magestad y al
mismo Juez en defensa de la Monarquía al dicho obispo de Martorana que los embió en
Roma y parte dellos están en el proceso»: Discurso, cc. 10r-11r.
80 Ivi, c. 14r.
81 Bellarmino aveva pubblicato nel 1583 la Christiana informatione della Monarchia
di Sicilia in forma di lettera indirizzata al viceré Colonna, autore, come si è detto, della
riforma dello stesso tribunale: cfr. F. D’Avenia, La Chiesa del re cit., pp. 29, 126; L.
Scalisi, Il controllo del sacro cit., pp. 59-60.
82 Ags, Sp, leg. 1510, viceré Albuquerque a Filippo IV (Palermo, 5 febbraio 1632).
Cfr. anche ivi, lo stesso viceré all’ambasciatore cardinale Borja (Palermo, 4 marzo 1632).
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Agosto 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)