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«Absolutamente no entra obispo si no el que presenta y nombra su Magestad»... 339
parentale della famiglia papale regnante; la seconda si colloca in-
vece nella prima parte del pontificato di Urbano VIII, quando i con-
trasti tra Spagna e Santa Sede in materia di politica internazionale
raggiunsero l’apice, costando nel 1632 al cardinale Borgia l’allonta-
namento dalla capitale della cristianità dopo la sua vibrante prote-
sta contro papa Barberini .
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Finalmente, è necessario sottolineare anche un altro aspetto che
dall’interno minava e talvolta neutralizzava lo stesso patronato re-
gio. È vero, infatti, che i vescovi erano scelti dal re, ma dopo Trento
essi ebbero a disposizione strumenti di controllo e di giurisdizione
sulle loro diocesi sempre più efficaci, garantiti e difesi da Roma. La
conseguenza fu il frequente conflitto con chierici, élite e comunità
ancora molto “indisciplinati/e”, abituati a una gestione familista o
localista di beni e prerogative ecclesiastiche, e che sapevano bene
come usare il pluralismo giurisdizionale per contrastare i loro pre-
lati, ricorrendo spesso alle vaste competenze del Tribunale della Re-
gia Monarchia . Intorno a quest’ultima, d’altra parte, la storiografia
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regalista ha costruito un mito di eccezionalità antiromana, dipingen-
dola come apparentemente impermeabile a qualsiasi tipo di infiltra-
zione papale . Non a caso, fu nell’unica e quasi insignificante diocesi
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siciliana di diretta nomina pontificia, Lipari, costituita dal piccolo ar-
cipelago delle Eolie, che nel 1711 scoppiò una guerra ecclesiastica
94 M.T. Fattori, Clemente VIII e il Sacro Collegio, 1592-1605. Meccanismi istituzionali
e accentramento di governo, Anton Hiersemann, Stuttgart, 2004, pp. 307-312, 329-331;
M.A. Visceglia, Morte e elezione del papa cit., pp. 354-356; Ead., Roma papale e Spagna
cit., pp. 37-44, 93-109, 144-152; Ead., «Congiurarono nella degradazione del papa per
via di concilio»: la protesta del cardinale Gaspare Borgia contro la politica papale nella
guerra dei Trent’anni, «Roma moderna e contemporanea», a. XI, 1-2 (2003), pp. 167-193,
ora in Ead., La Roma dei papi cit., pp. 171-198; M. Pattenden, Rome as a ‘Spanish
Avignon’? cit., pp. 76-77.
95 F. D’Avenia, La Chiesa del re cit., pp. 122-129, 136-142. Per alcuni interessanti
esempi di tali controversie, cfr. D. Palermo, Nel gioco delle giurisdizioni: il Tribunale della
Regia Monarchia di Sicilia nel XVII secolo, «Mediterranea-ricerche storiche», 50 (2020),
pp. 697-710. Più in generale, sull’ostacolo che il pluralismo giurisdizionale rappresentò
per il presunto assolutismo papale, cfr. I. Fosi, La giustizia del papa cit., pp. 23-32; S.
Ditchfield, Tridentine Catholicism, in A. Bamji et al. (eds.), The Ashgate Research Com-
panion to the Counter-Reformation, Ashgate, Farnham-Burlington, 2013, pp. 24-25, il
quale sottolinea in particolare come la rinnovata attenzione a tale «legal patchwork» stia
consentendo alla storiografia di andare oltre il paradigma del «sovrano pontefice» di
Paolo Prodi. Su questo, di Id. cfr. anche Papal Prince or Papal Pastor? Beyond the Prodi
Paradigm, in Cinquant’anni di Archivum Historiae Pontificiae 1963-2012. Un percorso at-
traverso gli indici, «Archivum Historiae Pontificiae», 51 (2013), pp. 117-132.
96 S. Fodale, Comes et legatus Siciliae. Sul privilegio di Urbano II e la pretesa Aposto-
lica Legazia dei Normanni in Sicilia, U. Manfredi Editore, Palermo, 1971, pp. 20-40; R.
Manduca, La Sicilia, la Chiesa, la storia cit., pp. 7-26.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Agosto 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)