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342 Milena Sabato
Premessa
Gli studiosi del Mezzogiorno moderno hanno molte volte orientato
la loro attività di ricerca verso percorsi tematici tesi ad aprire i confini
della storiografia, per raccogliervi le tracce del tempo e della presenza
di uomini e donne lasciate in qualsiasi forma di scrittura. Idee, men-
talità, immaginario letterario, sensibilità, cultura, e altri interessi che
in linea generale possiamo definire antropologici, sono diventati terri-
tori di studio da attraversare avendo a compagni sconosciuti intellet-
tuali di provincia o grandi intellettuali. La stessa idea di Mezzogiorno,
l’immagine che questo insieme complesso e assai differenziato di pro-
vince, situazioni e problemi ha saputo proiettare di sé stesso come un
tutt’uno, come un ‘blocco’ omogeneo e compatto, è stata studiata come
il prodotto di un lavoro culturale intenso e continuo posto in essere da
intellettuali, meridionali e non . Ma da attenti studi che hanno preso
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in esame in particolare la letteratura di viaggio è emerso come il viag-
giatore/scrittore spesso attinga a un atelier letterario, a lui contempo-
raneo o più remoto, o sia portavoce di idealizzazioni in cui si fondono
antiche stratificazioni (culturali, etico-politiche, ecc.) e attuali propen-
sioni circa lo stato e i destini del Sud Italia .
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Queste esperienze di ricerca e di discussione hanno posto all’atten-
zione collettiva un atteggiamento talvolta critico nei confronti di alcuni
luoghi comuni nella tradizione meridionalistica, espresso in particolare
nel rifiuto di considerare i problemi dello sviluppo delle regioni meridio-
nali in termini di pura e semplice contrapposizione dualistica con il resto
del paese. L’apporto positivo che è poi venuto all’analisi del Mezzogiorno
moderno da una sistematica integrazione tra i risultati di ricerca degli
storici e quelli di altre discipline è sembrato idoneo a garantire, pur nella
differenza e non sovrapponibilità dei metodi e degli strumenti di lavoro,
una migliore rilevazione analitica di questo territorio di studio .
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1 Con grandi intellettuali come Giuseppe Maria Galanti alcuni storici hanno dialo-
gato fino agli ultimi giorni della loro vita. Penso, fra gli altri, ad Augusto Placanica (Giu-
seppe Galanti, uomo del suo e del nostro tempo, «Rassegna storica salernitana», XIX, 37
(2002), pp. 117-140) e Giuseppe Galasso (Storia del Regno di Napoli, vol. VI, Società e
cultura del Mezzogiorno moderno, Utet, Torino, 2011, in particolare pp. 967-977).
2 A. Placanica, La capitale, il passato, il paesaggio: i viaggiatori come “fonte” della
storia meridionale, «Meridiana», I, 1987, pp. 165-179. Sul genere dell’odeporica si pos-
sono leggere, fra i tanti altri, E.J. Leed, La mente del viaggiatore. Dall’Odissea al turismo
globale, il Mulino, Bologna, 1992; L. Monga (ed.), L’odeporica/Hodoeporics: on Travel
Literature, «Annali d’Italianistica», 14 (1996); P. Fasano, Letteratura e viaggio, Laterza,
Roma-Bari, 1999; R. Ricorda, La letteratura di viaggio in Italia. Dal Settecento a oggi,
Editrice La Scuola, Brescia, 2012.
3 Per una sistematica messa a punto dei problemi e per suggerimenti interpretativi
preziosi per il progresso degli studi si rinvia a G. Galasso, Storia del Regno di Napoli cit.,
vol. VI, Società e cultura del Mezzogiorno moderno.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Agosto 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)