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346 Milena Sabato
alcuni risultati apprezzabili. Se il vero salto di qualità non c’è stato,
ciò è dovuto ai molteplici condizionamenti di tipo sociale più che eco-
nomico: quella di Galasso è in realtà una lezione di storicizzazione,
che va ben oltre stereotipi, astrazioni e luoghi comuni. E il problema
dello sviluppo del Regno era ben chiaro alla coscienza dei contempo-
ranei: in Antonio Genovesi e Giuseppe Maria Galanti, in particolare;
ancora nell’Ottocento, Francesco Saverio Nitti, nel dare un giudizio
sul regime borbonico e le condizioni del Mezzogiorno preunitario,
parlava di «finanza avveduta ed economia statica» . Il ragionamento
10
di Galasso tende in questo modo a riportare alle radici preunitarie il
minore sviluppo del Mezzogiorno .
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C’è poi la storia istituzionale del Regno, ed è più che opportuno
collegare l’analisi della società meridionale moderna al discorso sulle
istituzioni. Va rilevata, in particolare, la coesistenza di modernità e
premodernità nell’amministrazione napoletana. Lungo la prima linea
scorrono l’articolazione dell’amministrazione, il potenziamento del-
l’apparato burocratico, l’attivazione di più adeguati strumenti di ac-
centramento politico-amministrativo; lungo la seconda, la venalità
degli uffici, la confusione di poteri, la sovrapposizione di giurisdizione
e amministrazione, le spinte dei privilegi. L’ordinamento ha influen-
zato non poco la dinamica sociale; e la società, con le sue stratifica-
zioni, è entrata prepotentemente nelle istituzioni .
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Infine, la prospettiva culturale, intendendo per ‘cultura’ non solo
lo sviluppo delle idee, degli uomini e degli istituti che le hanno pro-
mosse, ma anche la loro maggiore o minore capacità di trasformarsi
in forze morali, in grado di incidere sulla vita civile, contribuendo a
costruirne identità e senso di appartenenza. Dal Rinascimento, con
forza sempre maggiore, è andata affermandosi la partecipazione del
Mezzogiorno all’Italia e all’Europa. E il Regno come problema storio-
grafico è stata una delle testimonianze del contributo offerto dalla
cultura napoletana; ad esempio, con Giovanni Antonio Summonte
nei primi del Seicento, con cui si afferma per la prima volta una con-
cezione ‘nazionale’ della storia del Regno di Napoli che, sia pure con
accentuazioni diverse, sarebbe stata ripresa e valorizzata da Pietro
10 Ivi, pp. 289, 589.
11 Com’è noto, esistono due scuole di pensiero sulle radici della questione meridio-
nale. La prima, rappresentata in particolare da Paolo Malanima, vede l’approfondirsi del
divario fra Nord e Sud del paese solo dopo il 1880; la seconda, con Giuseppe Galasso,
lo considera precedente. Cfr. P. Malanima, Risorse, popolazioni, redditi: 1300-1861, in
P. Ciocca, G. Toniolo (a cura di), Storia economica d’Italia, 1. Interpretazioni, Laterza,
Milano-Roma-Bari, 1999, pp. 43-118; G. Galasso, Storia del Regno di Napoli cit., vol. VI,
Società e cultura del Mezzogiorno moderno, pp. 291-599.
12 G. Galasso, Storia del Regno di Napoli cit., vol. VI, Società e cultura del Mezzogiorno
moderno, pp. 603-1005.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Agosto 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)