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Il sud Italia nello sguardo di due viaggiatrici settecentesche. Un approccio storico 345
periferia, insediamenti e organizzazione del territorio, sviluppo e
crisi, trasformazioni dell’economia e della società, paesaggio agrario,
ecc.) che contribuiscono a conferire una precisa identità a ognuna di
esse e, al tempo stesso, una fondamentale caratterizzazione unitaria
all’intero Mezzogiorno e all’intero Regno .
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Sul piano geografico, la qualifica di «paese mediterraneo» attri-
buita al Mezzogiorno si è rivelata utile al fine di identificare soprat-
tutto alcuni caratteri, come la fisionomia di un «paese di montagne
in mezzo al mare», la sostanziale stabilità del paesaggio costiero, l’ar-
ticolazione del sistema idrografico in stretta relazione con l’articola-
zione orografica, e poi le frane, i terremoti e le alluvioni come «legati
ereditari» dell’Italia meridionale, la carenza di una cultura del bosco
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e della sua economia, il paludismo e la malaria, il vulcanismo resi-
duale e circoscritto, la sostanziale stabilità climatica, le variazioni
nella flora più che nella fauna. Partendo da queste premesse, Galasso
ha sempre insistito sulla necessità di demitizzare la natura felice del
Sud d’Italia attraverso una storia che la contraddice. Anche la dina-
mica e la geografia della popolazione hanno presentato dati interes-
santi, fondati sull’attenzione, criticamente comparata, a fonti di na-
tura diversa (fiscali, storie e cronache, letteratura coeva, ecc.) e da
iscrivere nella più complessiva e generale dinamica economico-so-
ciale. Soprattutto negli ultimi due decenni, poi, lo studio del rapporto
fra città e popolazione urbana ha compiuto passi in avanti notevoli,
superando luoghi comuni e insoddisfacenti ricostruzioni e interpre-
tazioni. Contributi rilevanti, indagando su tipologie, strutture, topo-
grafia, provincializzazione e funzioni della città meridionale, in un
sistema di rapporti che ne ha fatto meglio cogliere condizionamenti e
limiti di sviluppo, hanno dimostrato la carenza di un sistema urbano
e di gerarchie cittadine definite (persino per i centri litoranei più vi-
vaci), e la stretta dipendenza dei centri maggiori dalla capitale e dallo
Stato, seppur con un quadro urbano nel Mezzogiorno non statico e
immobile .
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Lo stesso Galasso è stato molto critico nei confronti delle interpre-
tazioni che tendono a rappresentare il Mezzogiorno come assoluta-
mente arretrato o come una vera e propria colonia. Né ha accettato
la categoria ‘secca’ di sottosviluppo. Ha usato invece l’espressione di
«incerto confine tra sottosviluppo e sviluppo» per descrivere un terri-
torio chiaramente lontano dai modelli avanzati di sviluppo economico
europeo, ma comunque non di rado sulla strada per raggiungere
7 Sulle ragioni di questa duplice e distinta denominazione per indicare, nei secoli,
l’Italia meridionale, è indispensabile l’Introduzione di G. Galasso a ivi, pp. 1-17.
8 Ivi, pp. 34, 35.
9 Ivi, pp. 21-287.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Agosto 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)