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                terreno, un altro ambito d’indagine più propriamente storico (o sto-
                rico-antropologico e di storia delle idee) da dover percorrere, l’unico
                – sottolineava – in grado di far esplorare più a fondo, di approfondire
                le logiche interne dei viaggi e l’essenza del viaggio in sé . Collazio-
                                                                        19
                nando le più prestigiose antologie di viaggiatori in Italia nel Sette-
                Ottocento  – quelle, ad esempio, curate da Ettore Bonora, Leonello
                Vincenti, Piero Treves e Carmelo Cappuccio, le quali in misura mag-
                giore rappresentavano lo stato della sensibilità rispetto a una tema-
                tica così unica –, ne ricostruiva i diversi protagonisti raggruppandoli
                in  categorie,  ognuna  con  il  suo  caratteristico  approccio  al  Sud:  il
                viaggiatore straniero, l’intellettuale italiano, l’uomo di scienza, l’in-
                tellettuale locale, il popolo meridionale. A questo punto il discorso si
                apriva a originali prospettive di utilizzazione dei viaggi sette-ottocen-
                teschi e dei loro testi, nella cui composizione lo storico più attento
                non poteva non vedere la memoria dei fatti più vicini e una specializ-
                zata collezione di tópoi e stereotipi. Il viaggiatore, infatti, è figlio del
                suo tempo, quindi della sua cultura, delle sue memorie, dei suoi pre-
                giudizi e delle sue aspettative; ma è anche figlio delle circostanze iti-
                nerarie, degli incontri, soprattutto, con la gente del posto. Nel Sud,
                cerca quello che già conosce, resistendo alle sorprese o inquadran-
                dole in ciò che già si aspettava; durante il viaggio, gli schemi ideolo-
                gici proposti dalle persone del luogo, in chiave di autocoscienza, in-
                fluenzano le sue riflessioni. Da qui l’infinita trasmissione e riprodu-
                zione di miti e stereotipi.
                   Filtri di lunga durata e convincimenti più vicini divengono quindi
                gli elementi primari da individuare, e possibilmente approfondire e
                storicizzare,  nell’indagine  sui  viaggi,  in  una  sorta  di  procedimento
                indiziario .  Parallelamente,  dopo  tanta  narrazione  storica  che  nei
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                viaggi verso il Sud ha visto emergere poco corpi e soggetti diversi per
                sesso, è importante ridonare parola alla donna, che in questa sede
                compare come trasmettitrice attiva e variamente influenzata dal ge-
                nere nella sua esperienza itinerante.






                La sirena inquietante. Immagine e mito di Napoli nell’Europa del Settecento, Ci.Esse.Ti,
                [Napoli], 1983.
                   19  Sul volto quotidiano del viaggio, legato al suo svolgimento materiale, una volta
                dismessa la veste letteraria, cfr. A. Brilli, Viaggi in corso. Aspettative, imprevisti, avven-
                ture del viaggio in Italia, il Mulino, Bologna, 2004.
                   20  A. Placanica, La capitale, il passato, il paesaggio cit., pp. 167-171. Lasciando da
                parte l’analisi circa la veridicità e la verisimiglianza dei testi dei viaggiatori, anzi presup-
                ponendo un alto livello di soggettività, va detto però che questa «tendenziosità» (Placa-
                nica) non è l’unica realtà; ma a quel tempo era una realtà.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Agosto 2023
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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