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386 Pinella Di Gregorio
turale restava ancorato ad una narrazione unitaria della progressiva
affermazione della modernità che aveva come punto di riferimento an-
cora una volta l'ascesa dell'occidente europeo, il che presupponeva la
stasi o il declino del resto del mondo .
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Inaspettatamente la scossa più forte all'approccio eurocentrico, im-
plicito negli studi sulle civiltà, venne da un Orientalista: Marshall
Hodgson . Presidente del Comitato interdisciplinare sul Pensiero So-
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ciale dell'Università di Chicago, fino alla sua morte avvenuta nel 1968,
si impegnò a fondo a reinventare le categorie interpretative della World
History . Per Hodgson le civiltà sono il risultato del modo in cui inte-
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ragiscono storicamente alcuni fattori: ambiente, stratificazione del po-
tere, creatività individuale (artisti, intellettuali, politici), che alla fine
determinano lo sviluppo o il declino di una società. Il suo interesse
non è quello di stabilire i caratteri o i confini della civiltà islamica ma
studiare “l'Oikoumene” cioè il complesso storico-geografico afro-eu-
roasiatico. Un approccio che cercava di superare la dicotomia tradizio-
nale/moderno mettendo in discussione l'assunto weberiano della “ra-
zionalità” occidentale come unico modello per accedere alla modernità
nel tentativo di non considerare la storia islamica o altre storie (come
quella dell’impero cinese) dalla prospettiva occidentale .
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McNeill e Hodgson, pur muovendosi nell'ambito del paradigma
della storia della civiltà, ne rifiutarono gli aspetti essenzialistici per
precisarne al contrario i contenuti materiali. Essi proposero, quindi,
una sorta di ribaltamento concettuale posizionando la storia dell'Oc-
cidente nel contesto mondiale .
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32 G.E. Brooks, Review of A World History, «The International Journal of African
Historical Studies», A.5, N.2 (1972), p. 344. In seguito nei suoi lavori McNeill ha inau-
gurato tematiche ormai centrali nella storia transnazionale come la storia ambientale
The Human Condition: An ecological and Historical View, Princeton University Press,
2019; ma ancor prima partendo dalla diffusione dell’HIV su scala planetaria scrisse il
libro Plague and Peoples, Anchor Books, New York 1976.
33 Lo stesso Edward Said lo cita come esempio di studioso al di fuori della corpora-
zione degli orientalisti coinvolti «...in una storia ben precisa di complicità con il potere
imperiale», vedi E. W. Said, Orientalismo. L'immagine europea dell'Oriente, Feltrinelli,
Milano, 2001, p. 339.
34 Dagli anni Cinquanta egli lavorò ad un'opera, pubblicata postuma, in tre volumi
vedi M.G.S., Hodgson, The Venture of Islam: Conscience and History in a World Civiliza-
tion, The University of Chicago Press, Chicago, London, 1974, 3 voll.
35 Lo studio della civiltà islamica lo avrebbe portato a riesaminare la storia europea
all'interno di un contesto geografico globale nel tentativo di liberarne l'analisi dal suo
presunto eccezionalismo. Hodgson, infatti, si cimentò in articoli e saggi sul tema della
World History, alcuni dei quali inediti, che nel 1993 vennero raccolti in volume da Ed-
mund Burke III, vedi M.G.S., Hodgson, Rethinking World History. Essays on Europe,
Islam and World History, Cambridge University Press, 1993.
36 Uno degli studiosi che più di altri ha studiato comparativamente è Harold Innis
sulla natura degli imperi. dall'approccio comparatista sono poi derivati anche gli studi
di geopolitica sulla ascesa e sul declino delle potenze alla Ratzel e Karl Haushofer tra
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Agosto 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)