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Contradin for ever? Il mito al vaglio della storia               399


                    tono apodittico all’altrettanto ‘singolare’ convincimento secondo cui «Il
                    sangue di Corradino è vendicato per sempre». E il «pensate!» di Esch,
                    che è ‘felicemente’ proposto fra parentesi, appare, senza dilungarsi,
                    come una elegantissima sintesi storica e al tempo stesso come una
                    penetrante  osservazione  sugli  effetti  deformanti  che  la  mitizzazione
                    può determinare. Nell’evocazione di Corradino fatta da Gregorovius e
                    ripresa da Esch, a noi sembra possa intravedersi il ricorrere di un con-
                    vincimento profondo: il bisogno di piena giustizia nei confronti della
                    mera forza consegue, nel tempo, sempre soddisfazione, ma per realiz-
                    zarsi necessita del divino, dell’eroico, del mitico. Con il giudizio a po-
                    steriori confortato dalla conoscenza degli eventi, oggi si può convenire
                    con Esch che l’evocazione ideale di Gregorovius, così emotivamente
                    sentita, non poteva essere sul piano storico politico indenne da impli-
                    cazioni e non costituisce certamente un aspetto occasionale che, dopo
                    appena qualche decennio, la più ‘sofferta’ denuncia («Unglücklich das
                    Land, das Helden nötig hat») fosse espressa, nella Vita di Galileo, al
                    cospetto di un’altra vittima “senza colpa”,  dal grandissimo dramma-
                    turgo bavarese di origine sveva.
                       Sul “mito” nel suo nesso antagonistico con la “realtà” nella stessa
                    silloge si sofferma il pregevole contributo del compianto illustre storico
                    ed  archivista  Hansmartin  Schwarzmaier.  L’attenzione  puntuale  del
                    competente Studioso si volge alla testimonianza, a noi pervenuta, di una
                    fonte  manoscritta  conservata  nella  splendida  abbazia  benedettina  di
                    Weingarten e costituita da due documenti, il primo redatto da un notaio
                    napoletano per incarico di Corradino e il secondo commissionato da Fe-
                    derico d’Austria. Effettuata una puntualissima analisi codicologica del
                    reperto “non sigillato”, ma redatto da un alto dignitario d’origine nor-
                    manna (Giovanni Bricaudy), Schwarzmaier approfondisce il contenuto
                    dei due atti di ultima volontà con i quali i principi avrebbero conferito
                    l’incaricato al Bricaudy di comunicare l’avvenuta esecuzione della con-
                    danna ai duchi di Baviera, Ludovico ed Enrico, già designati come eredi
                    nei precedenti testamenti di Corradino. In seguito ad una serrata ese-
                    gesi documentaria, che lascia comunque impregiudicata la plausibilità
                    della testimonianza, lo storico di Tubinga vi trae spunto per una rile-
                    vante riflessione generale di metodo: «Tutte le difficoltà che l’interprete
                    deve affrontare dovrebbero essere basate anche sul fatto che si ha a che
                    fare col mondo dell’immaginazione che lo Staufer e il suo giovane amico
                    avevano davanti agli occhi nelle ultime ore della loro vita. Da giovane
                    qual era, quando Corradino partì per la campagna in Italia, non aveva
                    motivi di aspettarsi una così brutta fine. Solo la conoscenza della fine
                    imminente gli fece comprendere le sue priorità».
                       Tra realtà ormai perduta e perdurante mitizzazione, legata e riflet-
                    tente la valutazione del grande avo, è solo nel XIX secolo che si è ve-
                    nuta a recuperare la memoria dell’ultimo Staufer, ma essa più che ai




                                                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Agosto 2023
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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