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Contradin for ever? Il mito al vaglio della storia 401
che finiva di fatto per mettere in crisi la stessa natura giuridica del
rapporto vassallatico del Regnum rivendicato dalla Chiesa. Non v’era
spazio alcuno per un compromesso, tant’è che, spentosi a Napoli il 7
dicembre 1254 papa Fieschi all’indomani della prematura morte di
Corrado IV a Lavello il 21 maggio e della pesante sconfitta patita dalle
forze pontificie a Foggia il 2 dicembre , il successore, il nobile Rinaldo
di Jenne designato in vista di una possibile pacificazione, assunto il
nome pontificale di Alessandro IV, scomunicava Manfredi e avviava a
spron battuto la trattativa per una nuova investitura del Regno a Ed-
mondo, figlio di Enrico III d’Inghilterra.
Del resto, la breve estate di San Martino tra i due Staufen si era già
chiusa con il feroce assassinio di Corrado per mano del fratello, che,
ritenendosi ormai padrone del campo, l’11 agosto 1258 si faceva inco-
ronare a Palermo Rex Siciliae, formalizzando in autonomia la diretta
gestione del Regno. Lo scontro con la Chiesa, nella persona del nuovo
pontefice, non poteva più essere eluso e, nelle more della risposta in-
glese, non lo fu in effetti con la ricerca di un candidato al trono presso
la corte francese. Il successore nel 1261 al soglio di Pietro, Urbano IV,
Jacques Pantaléon, estraneo al Sacro Collegio, ma legato ai potentis-
simi Annibaldi e Orsini, quindi nemico acerrimo degli svevi, intensificò
la trattativa con Luigi IX e la scelta cadde sul fratello del re di Francia,
Carlo, che, dopo una lunga trattativa portata a termine solo con Cle-
mente IV, il fidatissimo Gui Foucois, il 24 maggio 1265, giorno di Pen-
tecoste, fece il suo ingresso trionfale in Roma. A tal punto, il fato era
segnato e il 26 febbraio 1266 a Benevento, con la morte in battaglia
del figlio di Federico II, matura la sconfitta del fronte ghibellino.
Andenna perviene, quindi, alla conclusione che a monte della di-
sfatta staufica vi fu, non solo e non tanto l’andamento di uno scontro,
per quanto importante e memorabile, ma un progressivo declino
dell’edificio politico-istituzionale messo su dai normanni e da Federico,
ribadendo, così, gli esiti già segnalati nel saggio del 2017 su Legittimità
controversa e ricerca del consenso nel Regno di Sicilia.
Con la frammentazione delle città italiane del Nord, inclini ormai ad
un incessante conflitto fra loro indotto da forze intestine mosse da sen-
tite pulsioni economiche, e con lo stato di perenne crisi tra i potentati
locali presenti nel Mezzogiorno, si configurava, in effetti, “disperata”
l’impresa con la quale il giovane Corradino movendo dalla Baviera l’8
settembre 1267 tentava di ribaltare le sorti nella prospettiva di tornare
in possesso di quel Regnum ormai in mano agli angioini. Eppure sulla
scorta della Adhortatio ad Henricum illustrem Landgravium Thuringiae
de casu Conradini nepotis Friderici, scritta da Pietro di Prece, vicecan-
celliere di Corrado IV, con la sollecitazione rivolta a Enrico IV di Turingia
perché intervenisse in Italia in favore del nipote Federico, nominato
erede del Regno di Sicilia da Corradino all’atto di esser decapitato,
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Agosto 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)