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Relatione della città di Cefalù e suo territorio                 409


                    della città e delle relative uscite, che comprendevano oltre quanto ver-
                    sare alle casse dello Stato e da obblighi da esso delegati, spese per
                    soggiogazioni ed elemosine, e per il funzionamento dell’Università. Vi
                    sono quindi gli elenchi di coloro che presero a gabella beni e funzioni
                    del comune e dei creditori dello stessi.
                       La relazione fornisce inoltre tutti gli elementi per la ricostruzione a
                    quel tempo della mastra nobile della città: vale in proposito ricordare
                    che essa era sconosciuta, perché, quando nel 1856 essa venne richie-
                    sta dal Procuratore generale del Re presso la Suprema Corte di Giu-
                    stizia di Palermo per ordine del Ministro per gli affari di Sicilia, il sin-
                    daco  di  Cefalù  (Giuseppe  Turrisi)  rispose  di  non  poterla  fornire  in
                    quanto la carte dalle quali poteva essere tratta erano andate distrutte
                    durante gli sconvolgimenti del 1820. E perciò la mastra nobile di Ce-
                    falù è una di quelle mancanti nel volume di Francesco Spadaro di Pas-
                    sanitello , che riporta le risposte che vennero date alla richieste fatte
                             1
                    a suo tempo dal sovrano.
                       Se si vuole ricostruire la classe dirigente della città, essa rappre-
                    senta un elemento di grande interesse. Riporta infatti i nomi e cognomi
                    di coloro che potevano aspirare a divenire Giurati dell’Università, a
                    ricoprire  incarichi  nelle  corti  criminale,  civile,  della  Secrezia,  del
                    Grande ammiraglio e del Portolano, ecc.
                       La  relazione  trascura  la  situazione  ecclesiastica,  soffermandosi
                    quasi esclusivamente sulla mensa vescovile e sulla cattedrale, igno-
                    rando le altre chiese, conventi e monasteri. I dati forniti sono tuttavia
                    di  notevole  interesse  si  riferiscono  al  capitolo  della  Cattedrale,  alle
                    terre e feudi vescovili concesse in gabella con i relativi introiti e le spese
                    della mensa vescovile.
                       Grugno sommessamente fa notare due elementi di non poco conto:
                    come gran parte della popolazione avesse dei fori di giustizia diversi
                    da quello proprio della Stato e come il bilancio dell’Università presen-
                    tasse un passivo di oltre ottocento ducati e quello del Vescovo un attivo
                    di oltre tremilatrecento.









                       1  F. Spadaro di Passanitello (a cura di), Le mastre nobili, Ires, Palermo, 1938.


                                                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Agosto 2023
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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