Page 90 - Rivista58_BR_con_cop
P. 90

316                                                   Fabrizio D’Avenia


                1. La Chiesa del re: rappresentazioni e realtà

                   Nel 1575 Tiziano dipinse ne La Religione soccorsa dalla Spagna una
                drammatica rappresentazione di una monarchia che si percepiva in
                quel momento come universal e nel secolo successivo si sarebbe defi-
                nita católica per eccellenza . Dieci anni dopo, Hieronymus Wierix diede
                                         1
                vita a un Gesù che «concede la insignia del poder – il classico globus
                cruciger – a Felipe II, mientras el Papa le observa con envidia» . Nell’in-
                                                                           2
                cisione dell’artista fiammingo, che molto lavorò per i gesuiti , Gregorio
                                                                         3
                XIII pone infatti anche lui le mani sul mondo, quasi a contenderlo al
                re cattolico . Si trattava della plastica resa iconografica della più ge-
                           4
                nerale e perenne contesa tra principi e papi circa gli iura sacra, «diretta
                conseguenza del fatto che la divisione delle competenze fra il potere
                civile e quello ecclesiastico in età moderna è tutt’altro che netta, dal
                momento che su di esse grava un’intricata sovrapposizione di fedeltà
                politiche, appartenenze nazionali e diritti di esazione fiscale» .
                                                                           5
                   Nel caso di Madrid e Roma entrarono in gioco due pretese concor-
                renti  di  universalismo  politico-religioso.  Quello  spagnolo  fu  di  fatto
                prevalente fino agli anni ’60 del XVI secolo, a fronte di un papato assai
                più concentrato sulla costruzione di un forte Stato nel centro della
                penisola italiana. L’eredità dell’universalismo di Carlo V – allargatosi
                grazie  alla  conquista  ed  evangelizzazione  americana,  rese  possibili
                dalla concessione pontificia del patronato regio  – passò al figlio Filippo
                                                             6
                II, sebbene ridimensionata dall’enorme perdita di una parte della cri-
                stianità, passata al protestantesimo, e reinterpretata «nel senso della




                   1  I. Fernández Terricabras, Felipe II y el clero secular. La aplicación del concilio de
                Trento, Sociedad Estatal para la Conmemoración de los Centenarios de Felipe II y Carlos
                V, Madrid, 2000, p. 21; J. Martínez Millán, La evolución espiritual de la Monarquía his-
                pana durante el periodo denominado postridentismo, «Miscelánea Comillas. Revista de
                Ciencias humanas y sociales», 78/152 (2020), pp. 247-266.
                   2  G. Parker, Felipe II. La biografía definitiva, Editorial Planeta, Barcelona, 2010, p. 247.
                   3  J.W. O’Malley, Saints or Devils Incarnate? Studies in Jesuit History, Brill, Leiden,
                2013, p. 260.
                   4  Esiste un’altra versione “americana” e molto più tarda della stessa rappresenta-
                zione, intitolata Alegoría del Nuevo Mundo (1721), tela di José de la Mota, nella quale
                «Felipe II trasmuta en un innominal e intemporal rey de España, poniendo de relieve
                como el imperio atlántico sustituye progresivamente en el imaginario hispánico al im-
                perio europeo»: V. Mínguez, Sine Fine. Dios, Los Habsburgo y el traspaso de las insignias
                del poder en el Quinientos, in J. Martínez Millán et al. (coords.), La doble lealtad: entre
                el servicio al rey y la obligación a la Iglesia, numero monografico di «Librosdelacorte.es»,
                6 (2014), p. 173.
                   5  F. Motta, Politica e religione. Dal confessionalismo alla secolarizzazione, in V. Lave-
                nia  (a  cura  di),  Storia  del  cristianesimo  III.  L’età  moderna  (secoli  XVI-XVIII),  Carocci,
                Roma, 2015, p. 352, a cui rimando per una bibliografia sul tema (pp. 377-378).
                   6  Cfr. infra, nota 23.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Agosto 2023
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
   85   86   87   88   89   90   91   92   93   94   95