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320 Fabrizio D’Avenia
quella del viceré [...] il che si fece con superare molti difficultà et molti
controversie» . Il che ovviamente non gli impedì di ristabilire le dovute
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“distanze” quando si ritrovò a ricoprire la massima carica di presidente
del regno, come documentato da un’incisione del 1624 che rappre-
senta le esequie del viceré Emanuele Filiberto .
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Assieme alla Regia Monarchia il sovrano spagnolo, grazie a una
concessione pontificia del 1487, godeva in Sicilia anche di un solido
patronato ecclesiastico, che esercitava sui 10 vescovati del Regno (in-
clusa la sede di Malta ed esclusa quella di Lipari, direttamente sog-
getta alla Santa Sede) e su una trentina di abbazie tra le più ricche e
antiche dell’isola, con annesso diritto di seggio nel braccio ecclesia-
stico del Parlamento . Di tali benefici il re disponeva di fatto con quasi
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completa libertà, contravvenendo molte volte al rispetto del privilegio
detto dell’alternativa, che dal 1503 garantiva in teoria l’alternanza tra
regnicoli e forestieri (siciliani e stranieri) nelle nomine dei rispettivi ti-
tolari . Regia Monarchia e patronato regio costituivano dunque in Si-
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cilia i due pilastri del potere ecclesiastico del re, rafforzandosi mutua-
mente fino al punto di confondersi tra loro e venire considerati un
tutt’uno, come capita di leggere anche in pubblicazioni relativamente
recenti . La distinzione era invece ben chiara al Consejo de Italia, che
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in una consulta del 1685 ribadiva il diritto regio di presentazione su
vescovati e abbazie in Sicilia,
21 Aav, Cc, Rd, vol. 617A, c. 188r.
22 F. D’Avenia, Giannettino Doria. Cardinale della Corona spagnola (1573-1642),
Viella, Roma, 2021, p. 149, e più in generale sul suo “equilibrismo giurisdizionale” tra
Madrid e Roma, pp. 105-141, 177-212, 249-262.
23 Sul patronato regio spagnolo e le nomine episcopali in Castiglia, Aragona e America,
cfr. M. Barrio Gozalo, El Real Patronato y los obispos españoles del Antiguo Régimen (1556-
1834), Centro de Estudios Políticos y Constitucionales, Madrid, 2004, pp. 41-97; I. Fernán-
dez Terricabras, Felipe II y el clero secular cit., pp. 173-288; C. Hermann, L’Église d’Espagne
sous le patronage royal (1476-1834). Essai d’ecclésiologie politique, Casa de Velázquez, Ma-
drid, 1988; B. Albani, G. Pizzorusso, Problematizando el patronato regio. Nuevos acercamien-
tos al gobierno de la Iglesia ibero-americana desde la perspectiva de la Santa Sede, in T. Duve
(coord.), Actas del XIX Congreso del Instituto Internacional de Historia del Derecho Indiano,
Berlín 2016, Editorial Dykinson, Madrid, 2017, vol. I, pp. 519-544; P. Castañeda Delgado,
J. Marchena Fernández, La jerarquía de la iglesia en Indias: el episcopado americano. 1500-
1850, MAPFRE, Madrid, 1992.
24 F. D’Avenia, La Chiesa del re cit., pp. 21-26, 34-82.
25 Cfr., per esempio, F. Renda, Storia della Sicilia dalle origini ai giorni nostri, vol. I:
Dalle origini alla rivoluzione del Vespro, Sellerio, Palermo, 2003, pp. 310-311, che sotto-
lineando giustamente come la concessione delle Legazia apostolica abbia introdotto in
Sicilia «una sorta di cesaropapismo in miniatura», ne fa però discendere come diretta
conseguenza il fatto che «le diocesi divennero tutte di regio patronato; i vescovi e gli
arcivescovi vennero consacrati dal papa su proposta del sovrano; uno dei tre bracci del
Parlamento venne costituito solo da vescovi e abati».
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Agosto 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)