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                a freddo», quanto per «la miseria d’un immenso numero di cittadini, i
                quali, affollati in dei piccoli tuguri, menano miseramente i suoi giorni,
                oppressi dalle calamità e tormentati di deprimenti passioni». Il numero
                degli ammalati cresceva di giorno in giorno e pertanto i due deputati
                medici  ritenevano  che  «l’endemica  costituzione,  la  quale  si  limitava
                sulle prime ad un ristretto numero, tratto tratto dilatandosi attaccherà
                tutti gli abitanti di quei luoghi e noi medesimi, se le precauzioni che
                noi adoprereremo non giungeranno a preservarci dalla venefica azione
                del miasma». Tuttavia, nonostante l’elevato numero degli ammalati,
                «l’indole» della malattia appariva loro «piuttosto benigna» e i suoi sin-
                tomi  più  frequenti,  curati  in  brevissimo  tempo  con  la  china,  erano
                «grave dolor di capo ed estrema prostrazione di forze», anche se erano
                possibili complicazioni, come «un gastricismo verminoso», per il quale
                non  bastava  la  china,  ma  a  questa  si  dovevano  aggiungere  «rimedi
                marcatamente più antelmintici». Ciò allarmava particolarmente i due
                medici: «questa complicazione, frequente ove molti individui affollati si
                trovano, ci induce a sospettare che, se non si occorrerà prontamente
                a toglier di mezzo la cagion prima della costituzione e se non si faranno
                da noi i maggiori possibili sforzi per estirpar quanto più presto questi
                mali, potrà succedere con positivo danno e pericolo al miasma palu-
                doso l’animale contagio». Solo due ammalati erano morti, «dei quali il
                primo non giunse a prender più di un’oncia di china» , giacché il terzo
                                                                   71
                giorno era stato stroncato da «febbre apoplettica» , e il secondo «fu
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                trovato apoplettico senza avergli potuto apprestare rimedio di sorta
                alcuna» , poiché non aveva manifestato febbre . Infine, sottolinea-
                       73
                                                               74
                rono un elemento che ci fa propendere per l’identificazione di quella
                patologia  con  la  malaria:  «le  recidive»  erano  «molto  frequenti»   e
                                                                                75


                   71  I medici deputati Gaetano Surdi e Salvatore Romano al pretore di Palermo e
                capo  della  Suprema  deputazione  generale  di  salute  pubblica,  Palermo  5  agosto
                1810 (Ivi, carte non numerate).
                   72  Nota degli ammalati nel Borgo, nel piano dell’Ucciardone e nelle campagne
                di Sampolo compilata dai medici deputati Gaetano Surdi e Salvatore Romano (Ivi,
                carte non numerate, agosto 1810); cfr. anche I medici deputati Gaetano Surdi e
                Salvatore Romano al pretore di Palermo e capo della Suprema deputazione gene-
                rale di salute pubblica, Palermo 5 agosto 1810 (Ivi, carte non numerate).
                   73  I medici deputati Gaetano Surdi e Salvatore Romano al pretore di Palermo e
                capo  della  Suprema  deputazione  generale  di  salute  pubblica,  Palermo  5  agosto
                1810 (Ivi, carte non numerate).
                   74  Nota degli ammalati nel Borgo, nel piano dell’Ucciardone e nelle campagne
                di Sampolo compilata dai medici deputati Gaetano Surdi e Salvatore Romano (Ivi,
                carte non numerate, agosto 1810).
                   75  I medici deputati Gaetano Surdi e Salvatore Romano al pretore di Palermo e
                capo  della  Suprema  deputazione  generale  di  salute  pubblica,  Palermo  5  agosto
                1810 (Ivi, carte non numerate).



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Dicembre 2023
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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