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                rivano  una  soluzione  complessiva:  «raccogliere  ad  un  solo  declive
                quanto si contiene nel vasto piano … e raccogliere l’acque piovane
                tutte in un sol punto, per indi scaricarle nel mare, giacché si trovano
                in esso diverse concavità atte a ricevere abondanza d’acque, che for-
                mano altra sorte di paludi, le quali, sebbene non fossero perniciose
                a segno come quelle enumerate, pure sempre producono un impor-
                tante  maleficio».  Consigliavano,  infine,  «di  eseguirsi  una  generale
                piantagione di alberi in tutta la superficie dell’annoverato piano che,
                colla di loro naturale vegetazione e meccanismo, sono così benefici al
                depuramento dell’aria respirabile» .
                                                  80
                   I medici Romano e Surdi inviarono il 16 agosto una breve relazione
                di aggiornamento, dichiarando di non potere aggiungere nuovi signifi-
                cativi elementi rispetto a quanto scritto prima. Le cure adottate fino a
                quel momento sembravano avere avuto buoni effetti, poiché i sintomi
                degli infetti non si erano aggravati e non si erano registrati altri de-
                cessi, anzi sembrava loro che l’epidemia stesse divenendo meno viru-
                lenta: uno degli ammalati era stato «colto dal miasma» e ne era guarito
                in breve tempo con la somministrazione di tre once di china in meno
                di due notti. Riferivano però degli ancora numerosi casi di verminosi
                ricollegati alla patologia dominante: «atroci dolori di ventre che, a guisa
                di morsi, sperimentano gli ammalati, ma l’espulsione dei vermini da
                noi proccurata co’ rimedi antelminitici vi ha posto termine» . In calce
                                                                         81
                alla nota allegata e contenente la statistica di ammalati, guariti e reci-
                divi dal 5 al 15 agosto 1810, il protomedico Greco, piuttosto che la non
                accresciuta virulenza dell’epidemia, sottolineò la sua ampia diffusione
                e il ruolo decisivo dell’estratto di china e di una dieta adeguata nell’evi-
                tare un ancor maggiore numero di recidivi:




                   80  Relazione dell’architetto Giuseppe Venanzio Marvuglia e dell’ingegnere Luigi
                Speranza (Asp, Rsi, vol 4904, carte non numerate, 13 agosto 1810). Allegata al
                documento una «Relazione prudenziale della spesa che abbisogna per doversi con-
                durre l’acqua della sorgiva nel piano dell’Ucciardone ad introdursi all’acquedotto
                coverto per poi buttarsi a mare», compilata per ordine del Senato. Essa compren-
                deva le seguenti voci:
                   1) per raccogliere le acque delle sorgenti per farle confluire nel «nuovo catusato»:
                stima di 10 onze;
                   2) per realizzare il «nuovo catusato», previa realizzazione di un «fosso» per con-
                durre l’acqua nel nuovo acquedotto coperto – il catusato avrebbe dovuto essere
                realizzato «con catusi della bosca di S. Caterina, con ligatura in colaccio e collorone
                in bocchino» –: stima di onze 126.20.
                   81  I medici deputati Gaetano Surdi e Salvatore Romano al pretore e capo della
                Suprema deputazione generale di salute pubblica, Palermo 16 agosto 1810 (Ivi,
                carte non numerate).



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Dicembre 2023
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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