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570 Daniele Palermo
gneri e soprattutto non si era avviata alcuna opera di bonifica, nem-
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meno il prosciugamento degli specchi d’acqua paludosi. In risposta a
una supplica dai toni drammatici, in cui si riferiva come «tutto il quar-
tiere risuona dei gemiti delle vedove e pupilli, resi orbi dei loro parenti
trapassati nella contagiosa epidemia» , il sovrano intimò alla Su-
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prema deputazione di avviare i lavori . Tuttavia, un ostacolo insor-
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montabile era costituito dal principe di Villafranca che, «con molte ra-
gioni e documenti», cercava di dimostrare che non era necessario re-
cidere il canneto e di non essere obbligato a costruire un acquedotto
«fuori la sua possessione contigua al piano dell’Ucciardone», per ga-
rantire il deflusso delle acque .
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A metà marzo, gli abitanti del Borgo invocarono nuovamente e ot-
tennero un intervento del sovrano presso la magistratura sanitaria
centrale, affinché si eseguissero le opere necessarie alla tutela della
salute pubblica. La Suprema deputazione difese il suo operato, ricor-
dando al re i notevoli sforzi «per l’estirpazione della febbre micidiale»,
soprattutto tramite l’invio di medici e l’«approntamento dei medica-
menti» – per gli interventi erano state stanziate 1660 onze del «fondo
intangibile» e di queste ne erano state spese più di 1650 –, rimarcando
la propria ferma intenzione di compiere azioni radicali, atte a evitare
che l’epidemia si ripresentasse. Tuttavia, molti mesi dopo l’intervento
degli “ingegneri camerali”, non erano state eseguite le opere da loro
indicate, poiché non erano state reperite le 126 onze necessarie e non
si era dunque potuto approfittare dei mesi invernali. Già da gennaio
l’istituzione sanitaria aveva iniziato a chiedere di poterle prelevare
nuovamente dal «fondo intangibile» e da «varie altre provvidenze».
Proprio a seguito di quanto riferito dalla Suprema deputazione, il
sovrano concesse di utilizzare 600 onze del «fondo fisso intangibile»
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– inizialmente destinate a pagare all’amministratore del duca di
84 Nota della Segreteria reale (Ivi, carte non numerate, 25 gennaio 1811).
85 Supplica della «popolazione del quartiere del Borgo» (Ivi, carte non numerate,
25 gennaio 1811 – data di un appunto di segreteria). I firmatari erano don Giovanni
Villa e Scala, don Giuseppe Rinaudo, don Ignazio Cusmano, don Gaspare Fardella,
don Andrea Ingrassia, don Gerolamo Ingrassia, Francesco Inzerillo, Paolo Inzerillo,
Luis Genez, Antonino Lopez, Francesco Caruccioli al posto dell’analfabeta Gio-
vanni Braggano, Francesco Villa.
86 Nota della segreteria reale (Ivi, carte non numerate, 25 gennaio 1811).
87 Nota della Segreteria reale (Ivi, carte non numerate, documento non datato
ma con ogni probabilità del gennaio 1811).
88 Consulta della Suprema deputazione generale di salute pubblica (Ivi, carte
non numerate, 14 marzo 1811); cfr. anche Il Senato di Palermo al sovrano, Palermo
14 marzo 1811 (Ivi, carte non numerate); Memoriale di Giuseppe Alliata Moncada,
principe di Villafranca (Ivi, carte non numerate, non datato ma con ogni probabilità
dell’aprile 1811).
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Dicembre 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)