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L’acqua fa paura: gestione del territorio e salute pubblica nel Borgo di Santa Lucia...  565


                    analizzato in modo più dettagliato le emergenze ambientali possibile
                    causa dell’epidemia: «un’ampia palude in fondo ed alla parte bassa del
                    canneto» del principe di Villafranca, «formata» tanto «dall’acqua pio-
                    vana che si stagna», quanto «da una perenne scaturigine d’acqua …
                    [che]  per  un  piano  inclinato,  scorrendo  e  screpolando  il  muro,  si
                    sparge nel sottoposto piano del Ciardone». Avevano individuato nello
                    stesso “piano” un’altra sorgente d’acqua che, «spargendosi in vari rivi,
                    ne forma un stagno grandemente esteso» – habitat di diverse specie di
                    piante ed insetti – «atto a destare le febbri intermittenti maligne». Inol-
                    tre, segnalarono, «vicino la spiaggia che corrisponde alle mura della
                    chiesa parrocchiale del Borgo, una nuova sorgente di mali che trae
                    origine dalle alghe ammontate e dalla immondezza dei condotti». Senza
                    fare cenno a lavori già in corso, i medici ritenevano necessario e ur-
                    gente il prosciugamento di ogni accumulo di acqua stagnante .
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                       L’indomani giunse alla Suprema deputazione anche la relazione dei
                    deputati medici Gaetano Surdi e Salvatore Romano, incaricati della
                    «cura dei poveri infermi del Borgo» durante l’emergenza epidemica in
                    corso ; fu inviata al sovrano, ottenendo parole di apprezzamento per
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                    lo zelo mostrato dalla magistratura sanitaria . Già nei primi giorni in
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                    cui avevano operato, i due medici avevano riscontrato «malattie tali
                    quali sogliono svilupparsi in autunno in luoghi umidi e paludosi, abi-
                    tati da gente veramente povera». I sintomi e il «sommo profitto» delle
                    cure consentivano loro di affermare con certezza che si trattasse di
                    malattia della «classe delle febbri intermittenti». La loro analisi delle
                    cause si fondava allo stesso tempo sui principi della teoria miasmatica,
                    sulle scoperte della chimica e, ancora una volta, su un’attenta disa-
                    mina del contesto ambientale e sociale. La causa più importante ve-
                    niva individuata nella presenza della “palude” del Ciardone e del la-
                    ghetto del fondo del principe di Villafranca, «i quali, lasciando svilup-
                    pare dalle acque loro, che contengono in macerazione delle piante dis-
                    seccate, gas mefitici come l’idrogeno carbonato o altri gas deleteri, per
                    l’estrema sottigliezza inapprezzabili dai chimici, han fornito quell’at-
                    mosfera  del  miasmo  paludoso».  Le  esalazioni  avevano  «prematura-
                    mente» indotto l’insorgere della malattia, tanto per l’alternarsi «di caldo


                       68  “Fede” emessa dai medici Dominici, Berna, Dettori, Padronaggio (Ivi, carte
                    non numerate, 4 agosto 1810); alcune parole sono mancanti, probabile segno di
                    una frettolosa trascrizione.
                       69  I medici deputati Gaetano Surdi e Salvatore Romano al pretore di Palermo e
                    capo  della  Suprema  deputazione  generale  di  salute  pubblica,  Palermo  5  agosto
                    1810 (Ivi, carte non numerate).
                       70  Il Senato di Palermo al sovrano, Palermo 18 agosto 1810 (Ivi, carte non nu-
                    merate).


                                               Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Dicembre 2023
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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