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                pianta di tutti i corsi delle acque se ne dimostrò esser la proprietà
                presso il Senato» .
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                   Ben presto anche il principe di Villafranca, Giuseppe Alliata Mon-
                cada, espose la sua versione dei fatti. Come ordinato dal sovrano il 24
                marzo, aveva ricevuto dalla Suprema Deputazione l’intimazione di ese-
                guire nel Firriato i lavori indicati dai due “ingegneri camerali”. Sottoli-
                neò, come, secondo la relazione del protomedico, il canneto non fosse
                «causa principale, né accessoria» delle malattie, come anche «i tanti
                altri nelle vicinanze della capitale» ; tuttavia, diversamente da quanto
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                sostenuto dall’aristocratico, il protomedico, pur non avendo indicato i
                ristagni del canneto come causa principale dell’epidemia, li aveva ri-
                compresi tra le tante concause . Il principe considerava poi quanto
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                scritto dall’ingegnere Raineri «una relazione antefisica data da persona
                ignara su tal scienza, per appagare i disegni di un certo capitan don
                Giovan Riso», nella quale era stato prescritto «il taglio di una certa rata
                di canneto, non come necessario per l’esecuzione dell’opera ma perché
                occasionava la detta infezione». Si era opposto dunque all’esecuzione
                dei lavori che sulla base della detta relazione, da lui considerata «ille-
                gale» e parziale, la Suprema deputazione gli aveva prescritto. A suo
                dire, la magistratura, pur essendo «apertamente convinta» delle «bril-
                lantissime ragioni» da lui esposte, volendo «procedere con quella solita
                imparzialità  ed  avvedutezza»,  aveva  commissionato  la  terza  rela-
                zione , rivolgendosi a quattro tra i «più bravi fisici del paese» e a due
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                dei  «migliori  ingegnieri».  Sempre  a  suo  dire,  i  medici  incaricati  del
                nuovo sopralluogo avevano ritenuto che la presenza del canneto non
                fosse all’origine di «quel micidiale miasma», considerando invece og-
                getto di intervento rapido, «vicino la spiaggia della parrocchiale chiesa
                del Borgo, una nuova sorgente di interessanti mali che trae origine
                dell’alche ammontate e dalle immondezze» e dunque avevano indicato
                «i mezzi di togliersi le cause sudette e ne appogiarono l’esecuzione a
                detti ingegnieri». Non era stato dunque disposto il taglio del canneto,


                   95  Memoriale di Giuseppe Alliata Moncada, principe di Villafranca (Ivi, carte non
                numerate, non datato ma con ogni probabilità dell’aprile 1811); cfr. anche La Su-
                prema deputazione generale di salute pubblica alla Segreteria reale, Palermo 26
                aprile 1811 (Ivi, carte non numerate).
                   96  Memoriale di Giuseppe Alliata Moncada, principe di Villafranca, (Ivi, carte
                non numerate, non datato ma con ogni probabilità dell’aprile 1811).
                   97  Relazione Greco (Ivi, carte non numerate, 23 luglio 1810).
                   98  Memoriale di Giuseppe Alliata Moncada, principe di Villafranca (Ivi, carte non
                numerate, non datato ma con ogni probabilità dell’aprile 1811). Il principe consi-
                dera un’unica relazione quella dei medici Mariano Dominici, Francesco Berna, An-
                tonino  Dettori,  Sebastiano  Padronaggio  e  l’altra,  che  della  prima  tiene  conto,
                dell’architetto Marvuglia e dell’ingegnere Speranza.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Dicembre 2023
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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