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L’acqua fa paura: gestione del territorio e salute pubblica nel Borgo di Santa Lucia... 573
anche perché la «sorgiva» che avrebbe potuto causare il ristagno
dell’acqua era stata eliminata, e, secondo il Villafranca, in caso con-
trario lo stesso si sarebbe dovuto ordinare per tutti quelli esistenti nel
Regno. Dichiarò dunque la sua ferma opposizione a ogni ipotesi di
questo genere , nonostante secondo l’autorità sanitaria nella terza re-
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lazione non si fosse abrogata l’indicazione dell’ingegnere Raineri di ta-
gliare una parte del canneto 100 .
Il Villafranca in modo molto retorico affermava poi di essere stato
«cieco esecutore» di quanto la Suprema deputazione gli aveva intimato
di eseguire: il riempimento dello «stagnone» e la costruzione dell’«ac-
quedotto interno, che a momenti sarà dell’intutto terminato, poiché si
è trattato di un’opera non di poco momento e dispendiosa insieme». Si
era opposto solo al «riattamento del condotto nel piano dell’Ucciar-
done» e al prosciugamento dello stagno creato dal cattivo deflusso, che
riteneva a carico del Senato, «per essere le acque di suo privativo
dritto». Quanto aveva sostenuto, come già detto, era stato ricono-
sciuto: «già il Senato ne liberò il partito e con tutta la celerità sarà
dell’intutto finito» 101 .
Secondo quanto riferito dal senatore Gaspare Palermo al resto del
massimo consesso cittadino, alla fine dell’aprile 1811 erano effettiva-
mente iniziati i lavori per raccogliere le acque del “piano” del Ciardone
suggeriti dal Raineri e finanziati con le 600 onze del “fondo intagibile”
concesse dal sovrano 102 ; nonostante la contrarietà del Villafranca 103 ,
era già stata estirpata una parte del canneto e in più, «per dare scolo
alle acque stagnanti», il principe aveva già ultimato la costruzione di
«un aquedotto che porta fuori le acque sudette». Il Senato aveva già
sborsato il denaro destinato alla costruzione del condotto necessario
a far giungere al mare le acque del “piano”, costo prima addossato al
Villafranca. Palermo continuava a essere convinto che i lavori per il
condotto dovessero essere a carico del possessore del fondo da cui il
flusso proveniva; a tal proposito riteneva che il massimo consesso cit-
tadino dovesse tentare di modificare, con l’ausilio dei propri «avvocati
e professori», la decisione assunta a proprio sfavore e che anche il so-
vrano dovesse essere informato su come era maturata: era stato
99 Ivi.
100 La Suprema deputazione generale di salute pubblica alla Segreteria reale,
Palermo 26 aprile 1811 (Ivi, carte non numerate).
101 Memoriale di Giuseppe Alliata Moncada, principe di Villafranca (Ivi, carte
non numerate, non datato ma con ogni probabilità dell’aprile 1811).
102 Gaspare Palermo al Senato, Palermo 26 aprile 1811 (Ivi, carte non numerate).
103 Memoriale di Giuseppe Alliata Moncada, principe di Villafranca (Ivi, carte
non numerate, non datato ma con ogni probabilità dell’aprile 1811).
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Dicembre 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)