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                   Sulle prime, se non si considerano i dati di contesto, potrebbe sem-
                brare un goffo, o superbo, tentativo di attirare attenzioni da parte delle
                comunità arbëreshe  di Sicilia. In realtà, il quadro politico e religioso
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                che si era composto in area europea nel secolo precedente, dagli inizi
                del XVIII, giustificava la scelta della missiva e scagionava il clero si-
                culo-albanese da ogni giudizio di tracotanza.
                   Dal  punto  di  vista  religioso  e,  segnatamente,  confessionale,  nel
                corso del Settecento si erano determinati dei particolari indirizzi di ‘ge-
                stione’ relativamente alle comunità arbëreshe d’Italia, poi tradotti in
                norme da parte della massima autorità ecclesiastica. I rapporti con la
                Chiesa di Roma, a tutti i livelli, locale e centrale, hanno costituito il
                quadro giurisdizionale tanto civile quanto religioso entro cui si sono
                mosse le comunità. La sopravvivenza di queste ultime, che si è tradotta
                in una difesa delle loro peculiarità – religiose, linguistiche, culturali
                tout court –, si è realizzata attraverso due secoli di contrattazioni e ne-
                goziazioni con i vescovi locali, con la Santa Sede e con autorità eccle-
                siastiche intermedie nonché, in alcuni casi, anche con la Corona. I
                vari punti di snodo di questa secolare vicenda sono stati, da un lato,
                le disposizioni ecclesiastiche in materia canonica di regolamentazione
                dei riti greci all’interno della cristianità cattolica , dall’altro, i vari ten-
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                tativi da parte delle popolazioni arbëreshe di autoconservazione me-
                diante la creazione di istituzioni ecclesiastiche – monasteri, collegi, se-
                minari, collegiate, vescovati – dall’interno delle quali poter resistere a
                ogni tentativo di assimilazione o, peggio, di annullamento.
                   Il lungo processo di contaminazione ha dunque visto la contrapposi-
                zione tra la Chiesa cattolica, che si è prodigata in continui aggiusta-
                menti e interventi, cercando di epurare il rito da tutto ciò che riteneva
                scismatico, dall’altro gli italo-albanesi che, di contro, quei riti li hanno
                difesi perché cardini della propria identità, più della lingua e più della
                ‘nazione’ . La formazione di questa ibrida ma consapevole fisionomia
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                   2  Etnonimo che qualifica le comunità albanesi di storico insediamento dell’Italia
                meridionale fondate a seguito di flussi migratori iniziati a partire dal secolo XV e
                provenienti dal Sud-est europeo, in prevalenza dall’Epiro e dal Peloponneso.
                   3  Come la Perbrevis instructio super aliquibus ritibus Graecorum (Clemente VIII,
                1595) e la Etsi Pastoralis (Benedetto XIV, 1742). Sul tema si veda I. Ceffalia, Lo status
                ecclesiale-canonico delle comunità bizantine cattoliche d’Italia. Questioni e prospettive
                di uno sviluppo giuridico, Pontificia Università Lateranense, Roma, 2005.
                   4  Il tema, di particolare complessità, è stato e continua a essere al centro di nu-
                merosi studi e riflessioni. Cfr. sulla questione della costruzione identitaria su tutti
                M. Mandalà, Mundus vult decipi. I miti della storiografia arbëreshe, II ed., Fondazione
                Universitaria “Francesco Solano”, Università della Calabria, Rende, 2009; si vedano
                anche A. Falcetta, Ortodossi nel Mediterraneo cattolico. Frontiere, reti, comunità nel
                Regno di Napoli (1700-1821), Viella, Roma, 2016; E. C. Colombo, Il Cristo degli altri.
                Economie della rivendicazione nella Calabria greca di età moderna, New Digital Fron-
                tiers, Palermo, 2018; per l’uso del termine ‘greco’ in relazione ai primi tempi dell’inse-



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Dicembre 2023
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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