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«Dalla divotissima greca colonia della Piana de’ Greci nella Sicilia» allo zar Alessandro I 577
identitaria va letta, dunque, come una trattativa priva – per quanto pos-
sibile – di imposizioni gerarchiche: una partita le cui mosse non hanno
portato né a vittorie né a sconfitte, ma ad accordi e riconoscimenti, cul-
minati con la fondazione di due diocesi territoriali nei primi decenni del
XX secolo . Anche la vicenda che qui si presenta – quella della Collegiata
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di rito greco, relativamente alla quale pubblico in versione integrale la
lettera inviata a nome delle comunità di Sicilia ad Alessandro I alla fine
del contributo – rientra in questa stagione di negoziazioni e affonda le
radici nel XVIII secolo anche per le questioni politiche di quel periodo.
Il contesto: il progetto «panortodosso» dell’Impero russo
e le questioni ecclesiastiche
La seconda metà del Settecento aveva registrato una serie di pro-
fondi cambiamenti in termini geopolitici nell’area dell’Europa orientale
e nell’Asia a questa più prossima. Propulsore di questo mutamento era
stato l’Impero russo per la volontà degli zar di casa Romanov di affer-
marsi come potenza imperiale tanto in area asiatica, quanto in area
euromediterranea. L’avanzata della Russia come forza politica si arti-
colò nei diversi trattati e capitolazioni stipulati al termine degli scontri
bellici condotti, in special modo quelli che caratterizzarono la lunga
serie di guerre tra l’Impero russo e la Grande Porta. Tra questi, il trat-
tato di Kuchuk Kainarji (1774), a conclusione della guerra russo-turca
del 1768-1774 , oltre ad assestare un duro colpo alla potenza otto-
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mana – costretta a cedere una parte dei propri territori – e a segnare
un punto decisivo nella scalata imperiale della Russia – che si aggiu-
dicò l’accesso allo stretto dei Dardanelli – determinò anche un prima
e un dopo in termini di giurisdizione confessionale. Da quel momento ,
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diamento, si rimanda a F. Scalora, Ζητήµατα ταυτότητας και προβλήµατα ερµηνείας του
όρου «Graecus/Greco» στα καταστατικά ίδρυσης (Capitoli di fondazione) των ελληνο-
αλβανικών κοινοτήτων της Σικελίας, in Όλγα Κατσιαρδή-Hering, Αναστασία Παπαδία-
Λάλα, Κατερίνα Νικολάου, Βαγγέλης Καραµανωλάκης (eds.), ͗Ελλην Ρωµηόσ Γραικόσ.
Συλλογικοί προσδιορισµοί & ταυτότητεσ, Eurasia, Atene, 2018, pp. 362-378.
5 L’Eparchia di Lungro (CS) nel 1919 e l’Eparchia di Piana dei Greci (PA)– oggi
degli Albanesi – nel 1937.
6 Sul conflitto russo turco di quegli anni cfr. S. Bottari, Alle origini della que-
stione d'Oriente. Il conflitto russo-turco del 1768-1774 e la diplomazia degli Stati
italiani, Dante Alighieri, Roma, 2018; per un compendio d’insieme si veda anche
C. Woodhead, Consolidating the Empire. New Views on Ottoman History, 1453–
1839, «The English Historical Review», vol. 123 (2008), p. 973-987.
7 Se, formalmente, il diritto di protezione sui professanti la fede ortodossa venne
riconosciuto all’Impero Russo solamente alla fine del conflitto menzionato, va ri-
cordato che già qualche decennio prima l’attività diplomatica russa aveva iniziato
ad agire per riconoscere nell’Impero il tutore di tutti gli ortodossi. Sul tema, con
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Dicembre 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)