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«Dalla divotissima greca colonia della Piana de’ Greci nella Sicilia» allo zar Alessandro I 587
Il 4 ottobre 1824, da Napoli , inoltrò al conte di Nesselrhode, Karl
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Robert, ministro degli Affari esteri dell’Impero Russo, il regolamento
della Collegiata ricevuto da Piana dei Greci cui aggiunse, di propria
mano, le «Ἅγιαι Εὐφηµίαι», «buoni augurj di felicitazioni» indirizzate
allo zar Alessandro I e alla famiglia reale russa .
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Tuttavia, la vera scossa alla questione della Collegiata venne data
solo un anno dopo, nel 1825, quando Borgia chiese formalmente allo
stesso Nesselrhode la protezione dello zar, denunciando l’opposizione
dell’arcivescovo di Monreale .
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Il giovane deputato, in un vortice di adulazione a tratti stucchevole,
definì lo zar «Primo Inclito Autocrate del vasto Greco Impero di tutte le
Russie, Gran Cesare Greco, Primo Autocrate di tutte le Russie, Atleta,
Re de’ Regi, Eroe primogenito» , rivolgendo invece appellativi poco lu-
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singhieri all’arcivescovo Balsamo, «malnato accanito avversario» che
«con un ammasso di calunniose ingiurie ed espressioni blasfemanti
colorite sotto un finto manto di zelo religioso farisaico non ha lasciato
in una parola di tradurre la nostra ortodossa greca chiesa e la nazione
per scismatica e con altri simili epiteti che caratterizzano la di lui sma-
niosa perfidia ed orrendo livore e poco manca che non la paragoni alla
Sinagoga degli Ebrei o alla Moschea de’ Musulmani», nel quadro di
una Santa Sede definita genericamente «Corte di Roma» .
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La lettera è certamente espressione, al di là dello scopo per cui
venne formulata, della capacità del progetto ideologico e politico
dell’Impero russo di presentarsi come protettrice dell’ortodossia nelle
47 Numerose minute di lettere indirizzate allo zar, Alessandro I Pavlovič Roma-
nov, a Gustav Ottonovič Štakel’berg, ministro plenipotenziario russo a Napoli e a
Karl Robert, conte di Nesselrhode, ministro degli Affari esteri dell’Impero russo,
scritte da Giovanni Borgia durante il suo soggiorno a Napoli, città in cui morì nel
1826, si conservano nell’Archivio Storico della Cattedrale di San Demetrio, oggi in
fase di riordino. Sulla loro presenza nel fondo documentario di San Demetrio è solo
possibile fare delle supposizioni, poiché si presume che tutto l’incartamento di
trovasse a Napoli.
48 Per il testo delle Sacre Eufēmie si rimanda ancora una volta a F. Scalora,
«Sacra Eufēmia, ossia buoni augurj di felicitazioni» cit., pp. 181-182.
49 Aav, Arch. Nunz. Napoli, b. 120, Lettera al conte Nesselrhode, 1825, cc. 93r-
96v. La data topica della lettera è Piana dei Greci, il che fa supporre che la supplica
sia stata scritta dal clero di rito greco ivi presente e da Borgia solamente inoltrata.
È invece mia ferma convinzione che la lettera sia stata scritta personalmente da
Borgia, benché di lui nella missiva si parli in terza persona.
50 La lettera è espressione anche di quanto fosse mutevole il firmamento degli
eroi di riferimento, a seconda dei tempi e degli interlocutori. Se per secoli l’eroe per
antonomasia per gli albanesi e italo-albanesi era stato Giorgio Kastriota Skander-
beg, con un richiamo anche alla dimensione mitica del personaggio, in questa cir-
costanza intrisa di politica l’orizzonte dell’eroe tocca lo zar, che viene appellato
proprio nella stessa maniera di Skanderbeg, eroe e Atleta.
51 Aav, Arch. Nunz. Napoli, b. 120, Lettera al conte Nesselrhode cit.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Dicembre 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)