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586 Sara Manali
giudici loro nazionali da delegarsi dagli Ordinari dei luoghi a norma della Bolla
Etsi Pastoralis hanno sempre ambito un vescovo proprio con giurisdizione or-
dinaria per sottrarsi così alla obbedienza degli ordinari latini. Questo ardente
desiderio è stato più volte, e da tempi antichi esternato da loro a questa Sagra
Congregazione, e recentemente ancora nel 1817 fu insistito dallo stesso ottimo
e ben’animato vescovo di Lampsaco, perché si desse a loro questo vescovo con
giurisdizione, e se ne fissasse la residenza nella Terra della Piana, ove già si
trova il detto mons. Chiarchiaro vescovo di Lampsaco loro ordinante. Negativa
è sempre stata la risposta della Sagra Congregazione a queste reiterate do-
mande. Se però si accorda a loro una Collegiata nel luogo, ove già esiste un
vescovo, è troppo verosimile, che cresceranno le importunità continue per ot-
tenere, che al grado di Cattedrale s’innalzi la Collegiata, ed il vescovo ordinante
divenga il loro Pastore. A questo fine sembrano sempre ed anche nella presente
occasione dirette le mire dei Greci di Sicilia.
Le lungaggini burocratiche relative alla correzione degli statuti, alla
revisione di essi e della questione in generale da parte della Consulta
del Regno a Napoli richiesero da parte del clero greco di Piana la no-
mina di un deputato per la Collegiata che facesse pressioni sugli or-
gani preposti. La scelta cadde sul giovane Giovanni Borgia, che certa-
mente già al 1821 si trovava a Roma e poi, dal 1823, a Napoli nella
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qualità di referente presso la corte borbonica . Il mantenimento di un
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deputato per la risoluzione dell’impresa tanto desiderata aveva, nel
frattempo, depauperato le casse del clero di Piana, atteso che la
somma spesa nel 1822 ammontava già a circa 3000 ducati –accre-
sciuta di 1200 ducati l’anno successivo – ottenuti in debito da vari
creditori, per soddisfare i quali si iniziarono a vendere gli arredi sacri
della chiesa di San Demetrio tanto da «non aver più denaro per cantar
messa» .
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L’attività di Borgia si espresse in maniera reticolare tanto in dire-
zione degli uffici curiali romani, con missive alle diverse Congregazioni
romane, quanto in direzione civile, come emerge dalla supplica a Carlo
Avarna di Gualtieri, allora ministro segretario di Stato degli Affari di
Sicilia . La vicenda era, però, in stallo. Borgia decise così che i tempi
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erano maturi per giocare la carta “panortodossa” e coinvolgere diret-
tamente la Russia.
43 Aav, Arch. Nunz. Napoli, b. 120, cc. 14r-15v; 16r.
44 Cfr. F. Scalora, «Sacra Eufēmia, ossia buoni augurj di felicitazioni» allo zar
Alessandro I per l’istituzione di una Collegiata di rito greco in Sicilia, in A. Papadia-
Lala, M. Efthimiou, P. Konortas, D.M. Kontogeorgis, K. Konstantinidou, I. Mantou-
valos, V. Seirinidou (eds.), Ο Νέος Ελληνισµός: Οι κόσµοι του και ο κόσµος. Αφιέρωµα
στην Όλγα Κατσιαρδή-Hering, Atene, 2021, pp. 173-185.
45 Aav, Arch. Nunz. Napoli, b. 120, cc. 10r-14v.
46 Ivi, Lettera di Borgia al nunzio apostolico a Napoli, s.d. ma 1822, 21r-22v.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Dicembre 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)