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Alle origini di Santa Maria dello Spasimo e dell’urbanizzazione di Palermo 469
voluto modernizzare, decorare, arredare, dotandolo di comodità . Il
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lussuoso stile di vita avrebbe, però, necessariamente, generato dei de-
biti. Nella causa contro il nipote, relativamente al palazzo del Cassaro,
Costanza non negava che il marito lo avesse ristrutturato a sue spese,
ma sminuiva il valore dei lavori effettuati; per la sala del piano supe-
riore egli non avrebbe speso cinquanta onze, ma solo tre; anche per le
due camere al piano inferiore la spesa non sarebbe stata di trenta
onze, ma di appena un’onza utilizzata per imbiancare le stanze e rifare
le porte. Allo stesso modo riteneva esosa la cifra attestata da Matteo
per la piantumazione dell’aranceto, la costruzione della cucina e del
portico. Il lodo arbitrale veniva pronunziato il 27 luglio 1310 ma non
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è chiaro quale fosse l’esito . Sicuramente, però, alcuni beni tra cui il
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palazzo venivano assegnati allo Sclafani che, forse, avvertendo il carico
della pesante eredità, preferiva costruire il suo hospicium magnum
nella parte più alta del Cassaro e trasferirvisi, dopo avere donato il
magnifico palazzo di famiglia alle clarisse .
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3. Il codicillo del 1354: il viridarium di Porta San Giorgio
e la grangia di Santa Barbara
Come si può desumere dall’elenco dell’atto dotale di Costanza, un
nucleo consistente del patrimonio del conte di Adernò proveniva dalle
ricchezze degli Ebdemonia, una delle antiche famiglie greche della
città. Nicola era stato capitano di Palermo dopo il Vespro, secreto e
40 Bcc, Tabulario, perg. 2. 27. M. 20. Cfr. anche L. Sciascia, Tutte le donne del
reame. Regine, dame, pedine e avventuriere nella Sicilia medievale, Palermo Uni-
versity Press, Palermo, 2019 (Frammenti, 13), pp. 69-73.
41 La pergamena con il transunto contenente l’atto dotale di Costanza, il testa-
mento della madre Giovanna, moglie di Nicola Ebdemonia, e il lodo arbitrale è con-
servato nel fondo diplomatico della Biblioteca di Catania ed è stata fornita dalla
prof.ssa L. Sciascia che si ringrazia (Bcc, Tabulario, perg. 2. 27. M. 20). Cfr. G.
Ardizzone, I diplomi esistenti nella Biblioteca comunale ai Benedettini, Stab. Tip.
Aurora, Catania, 1927, doc. 121.
42 Costanza, ritiratasi a vita monastica, diventerà badessa del monastero di S.
Lucia di Catania. Ivi, doc. 165 del 28 dicembre 1324; cfr. anche L. Sciascia, Co-
stanza de Ebdemonia, in M. Fiume (a cura di), Siciliane. Dizionario Biografico, Ema-
nuele Romeo Editore, Siracusa, 2006, pp. 102-104.
43 Sul monastero di Santa Chiara, cfr. P. Sardina, Per gli antichi chiostri. Mona-
che e badesse nella Palermo medievale, Palermo University Press, Palermo, 2020,
(Frammenti, 24), pp. 237-256; Eadem, Le Clarisse di Palermo, nei secoli XIV e XV,
in J.-M. Martin, R. Alaggio (a cura di), Quei maledetti normanni. Studi offerti a Errico
Cuozzo, Centro Europeo di Studi Normanni, Ariano Irpino, 2016, vol. II, pp. 1097-
1116; R. Pirri, Sicilia Sacra, Palermo, 1733, I, p. 308; T. Fazello, Della Storia di
Sicilia. Deche due, Palermo, 1817, vol. I, p. 463.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Dicembre 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)