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Mas allà della leggenda nera e della leggenda rosa              655


                    sommersi,  amplificavano  l’eco  dell’immagine  della  Monarchia,  tal-
                    volta carica di tinte scure e negative come facilmente può immagi-
                    narsi se il riferimento è alle colonie di esiliati o alle comunità di mo-
                    riscos private della libertà di coscienza e costrette a una nuova e rei-
                    terata diaspora che vedeva quale punto di approdo, finale o di pas-
                    saggio, in terre nemiche. Hispanofilia e Hispanofobia divenivano così
                    due facce della stessa medaglia. Ciò dipendeva non soltanto da come
                    fosse veicolata l’immagine della Monarchia: al di là delle frontiere il
                    giudizio sulla Corona e lo sviluppo di sentimenti di sostegno o avver-
                    sione non erano solo (o tanto) il risultato di percezioni definitesi a
                    seguito di racconti o esperienze di chi nei confini della penisola ibe-
                    rica aveva vissuto, ma di una concreta e tangibile vicinanza (o oppo-
                    sizione) al re di Spagna. Questi, soprattutto nella persona di Filippo
                    II, era presente – con uomini e risorse – là dove prendevano corpo
                    forme di dissidenza nei confronti del potere costituito, di ostilità e di
                    guerre civili.
                       Il caso delle guerre di religione in Francia è emblematico, e non
                    sorprende dunque che l’Autore lo tratti in maniera ampia e capillare,
                    partendo da una prima, semplice domanda: perché il sovrano di Spa-
                    gna era oggetto di richieste di aiuto provenienti da luoghi stranieri?
                       Ruiz Ibañez fornisce due risposte, ai suoi occhi ugualmente sem-
                    plici, ovvero che non vi fossero alternative a cui ricorrere – più che
                    interessi geostrategici e ideologici comuni – e che in realtà l’ondata
                    di  ribellioni  e  guerre  civili  che  si  susseguirono  a  partire  dal  1560
                    sembrarono non poter risolversi solo con le forze interne, così che gli
                    agenti locali cercarono sostegni esterni internazionalizzando tanto i
                    conflitti quanto gli esiti degli stessi. Nel caso specifico della Francia
                    fu nei dieci anni che intercorsero fra la morte del cardinale don En-
                    rique I (1580) e l’assedio di Parigi (1590) che i dissidenti cattolici,
                    ambiziosi e idealisti, rafforzarono l’idea che fosse conveniente cercare
                    il sostegno del re cattolico. In definitiva, una serie di fattori avevano
                    fatto sì che il sovrano spagnolo diventasse “l’alleato necessario” l’op-
                    zione irrinunciabile per ristabilire il buon governo, la religione e la
                    giustizia.
                       È interessante, ancora una volta, allargare lo sguardo e mettere in
                    relazioni le dinamiche di un contesto geografico circoscritto con il più
                    ampio quadro politico internazionale. Emerge così quanto tali fattori
                    coincidessero con la grande crisi dinastica che colpì l’Europa, e che
                    rese tanto difficile individuare candidati che potessero mettere in om-
                    bra l’opzione spagnola, quanto possibile la successione degli Asburgo
                    in  più  di  un  trono  europeo:  la  fine  della  dinastia  degli  Avis  in




                                               Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Dicembre 2023
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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