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Mas allà della leggenda nera e della leggenda rosa 657
sancito nel 1596: una armada al comando dell’Adelantado di Casti-
glia, don Martin de Padilla Manrique, cercava di compiere uno dei
diversi obiettivi che potevano consolidare la posizione geostrategica
della Corona: invadere l’Inghilterra, rafforzare la posizione spagnola
in Bretagna prendendo Brest o soccorrere gli insorti irlandesi. Nes-
suno dei piani fu compiuto.
La morte di Filippo II e l’ascesa al trono del figlio Filippo III aprirono
la via a una storia differente, che mutò al mutare del secolo. Che la
Pax Hispanica caldeggiata dal successore del rey prudente fosse il ri-
sultato di esigenze finanziarie più che di una progettualità politica è
noto. Il ripiegamento formalizzato dalle paci stipulate in Europa e dalla
tregua dei 12 anni con i Paesi Bassi trovava eco anche in Africa e nel
Nuovo Mondo. Ma è interessante la lettura di Ruiz Ibañez di un falli-
mento “globale ma non totale”.
La Monarchia rinunciò a una espansione su larga scala e a trasfor-
mare l’ordine geopolitico, ma non rinunciò all’egemonia né tanto meno
alla retorica che l’accompagnava. Rimaneva una priorità intervenire
negli spazi vicini ma si cercavano altri mezzi meno cari o rischiosi. Il
principio che muoveva tali azioni rimaneva sostanzialmente identico,
laddove si considerava che sostenere gli insorti nei confronti di altri
sovrani costituisse una salvaguardia per sé stessi: “supportare una
guerra in terra straniera era un modo per evitarla a casa propria”. Ma
i piani di espansione della Monarchia fallirono in quasi tutti i fronti
dove questi dipendevano da dissidenze locali, e alle motivazioni di ca-
rattere finanziario se ne uniscono, per l’Autore, altre che dipesero da
un ideale barocco di ordine differente.
La hispanofilia non circolava più mediante l’intervento militare, ma
il suo spazio e la sua definizione si canalizzava adesso esclusivamente
nella forma della diplomazia. In definitiva, i simpatizzanti della Monar-
chia non si individuavano più in quelle fazioni ribelli che cercavano
sostegno nel re spagnolo, bensì in quegli attori che esprimevano am-
mirazione per l’ordine politico così come era espresso dalla Corona di
Spagna.
Sebbene nel XVII secolo motivazioni endogene ed esogene contri-
buirono a ledere la supremazia spagnola e ad aprire la strada a una
Europa multipolare, la costruzione dell’immagine della Monarchia
continuò a essere alimentata da esperienze trasversali, così come le
maglie delle sue frontiere continuarono ad aprirsi e chiudersi nella
fluidità dei tempi. La reputazione della Corona metteva insieme storie
che dall’interno di irradiavano verso l’esterno, e viceversa. Rifuggendo
da qualsiasi semplificazione o narrazione lineare, Ruiz Ibañez resti-
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Dicembre 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)