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Recensioni e Schede 665
lʼarea del castello e quella attualmente timiglia dovranno attendere il nuovo
occupata dai ruderi della chiesa di S. re aragonese Ludovico per riavere la
Maria della Neve, che accoglieva contea di Collesano al cui titolare,
soprattutto la «nuova classe dirigente Francesco II, saranno concesse anche
cristiana e gli immigrati latini venuti Gratteri e Caronia con relative foresta
al seguito degli Altavilla» (p. 48). e tonnara. La sua ascesa diventa
Ipotizza come il castello, quale ele- inarrestabile raggiungendo un livello
mento architettonico identitario, po- di potere politico, patrimoniale, diplo-
trebbe risalire ‒ nel suo nucleo iniziale matico e militare come pochi altri nel
di torre ‒ al 1194, quando Collesano regno di Sicilia: «è ormai il vero e unico
viene ceduta in pegno da Guglielmo III dominus del vasto comprensorio delle
alla Chiesa palermitana, a garanzia Madonie» (p. 97).
dei compensi dovuti dalla monarchia. Quando lʼisola entra nel regno di
Nella composizione sociale del XII Aragona e viene declassata a viceregno
secolo convivevano accanto ai latini, i mutano i rapporti di forza con la
greco-bizantini e, specialmente nelle nobiltà alla quale non viene più la-
campagne, i musulmani, ancor più sciato margine per azioni di ribellismo.
numerosi, che pativano la condizione Il ramo dei Ventimiglia di Geraci riesce
di villanaggio. a mantenere la signoria sia su Geraci
Anche per Collesano, lʼavvento de- che su Castelbuono, fino alla sop-
gli Svevi rappresenta un momento di pressione del feudalesimo nel 1812,
svolta politica, come dimostra la sua ma non su Collesano dove il dominio
elevazione a contea e lʼassegnazione dei Ventimiglia si interrompe nel 1412.
della stessa al genovese Paolo Cicala, Nel Quattrocento, per Collesano ‒
giunto in Sicilia probabilmente al i cui abitanti vivevano principal-
seguito di Enrico VI. Durante la breve mente di pastorizia, cerealicoltura e
dominazione angioina (1266-1282) di ius lignandi nella vasta area bo-
Collesano viene inizialmente infeu- schiva ‒ inizia una fase di sviluppo
dato al francese Jean de Bullas ma, delle attività economiche e di crescita
dal 1273, torna in potere del demanio demografica che inducono ad impor-
regio. Dopo il Vespro, Enrico Ventimi- tanti interventi sul tessuto urbano,
glia, che era stato costretto a rifugiarsi grazie anche al sorgere di nuove
in Liguria perché in rivolta contro gli istituzioni religiose. Tuttavia, i primi
Angioini, può fare rientro nellʼIsola e dati documentati sullʼincremento di
riprendersi la contea di Geraci. Sarà popolazione sono rilevabili solo dopo
suo nipote Francesco I Ventimiglia lʼintroduzione, per volontà di Carlo V,
«che mirerà alla formazione di una delle numerazioni delle anime e dei
compatta ed estesa signoria terri- beni ‒ i riveli ‒ che fanno registrare
toriale nelle Madonie e nello stesso nei ventuno anni 1548-1569 il pas-
tempo alla conquista delle più alte saggio da poco più di tremila abitanti
cariche pubbliche» (p.88). Il suo dise- a 4.469. Come sottolinea lʼA., le rica-
gno ambizioso naufragherà, però, con dute non saranno «per niente positive
il mutato scenario politico seguito per le classi popolari, sul piano eco-
allʼascesa al trono di Pietro II di nomico-sociale in relazione al mer-
Aragona; si aprirà così una nuova fase cato del lavoro, all’andamento dei
durante la quale Francesco I rimarrà prezzi e dei salari, caratterizzati da
isolato e avversato anche dai geracesi una forbice che si allarga sempre di
fino alla tragica morte, precipitando più a sfavore dei ceti meno abbienti
dalla rupe della sua contea. I Ven- con conseguente arretramento dei
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Dicembre 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)