Page 65 - 1
P. 65

Echi del nuovo mondo nelle biblioteche napoletane tra i secoli XVI e XVII   515


                    signori feudali non rimasero all’oscuro di queste novità, che si adatta-
                    vano molto bene al loro gusto per le storie avventurose. Inoltre, i libri
                    avevano trovato un loro spazio nelle dimore degli aristocratici napole-
                    tani appena qualche decennio prima che portassero delle notizie sul
                    Nuovo Mondo. Non fu solo la corte napoletana, ma anche la civiltà
                    delle corti feudali quattrocentesche nel Regno a stabilire quel vincolo
                    essenziale tra l’esercizio delle armi, la giurisdizione e l’istruzione uma-
                    nistica . Nonostante la convivenza nella capitale e le sue istituzioni di
                           72
                    governo, le biblioteche aristocratiche mantennero dei tratti diversi da
                    quelle dei dottori. Nella documentazione sono più scarse, più disordi-
                    nate; meno legate, però, all’omogeneizzazione dell’attività professioni-
                    stica, e dunque ci informano su una lettura più personale . Ci riferi-
                                                                             73
                    remo soprattutto al tipo più diffuso di biblioteca nobiliare, caratteriz-
                    zata dalla praticità e da misure medie (da 30 a 50 volumi). Anche se
                    alcune raggiunsero una grandezza considerevole – nel caso di Silvia
                    Piccolomini, Tommaso d’Avalos o il barone di Frosolone –, non persero
                    i tratti d’una raccolta personale. Dopo accenneremo un tipo molto di-
                    verso: quello delle biblioteche familiari di vocazione universalizzante,
                    molto più staccate dagli interessi intimi.
                       Prima che passassero alla stampa, i più illustri baroni napoletani
                    probabilmente ricavarono qualche primizia sulle scoperte. Ancora nel
                    1594, Nicolò Berardino Sanseverino conservava «una carta da navi-
                    gare in bergameno», cioè manoscritta, nell’accozzaglia dei suoi arredi
                    di camera e di caccia; nello stesso anno, il marchese di Pescara Alfonso
                    Felice d’Avalos possedeva un’altra «carta in carta pecora della naviga-
                    tion grande» tra i suoi quadri . Quest’ultimo aveva inoltre, come altri
                                                 74
                    signori, quelle saliere in forma di caravella che si mettevano a tavola e
                    ricordavano i navigatori, oltre a sette quadri «con retratti de simie»,
                    cioè di scimmie . La presenza dei manoscritti e l’esuberanza delle im-
                                   75
                    magini lussuose, ancora nel secolo XVII sembra essere stato un tratto
                    della  cultura  nobiliare  anche  nella  percezione  dell’America .  Ciò
                                                                                  76
                    spiega la presenza del Civitates Orbis Terrarum, atlante illustrato per
                    eccellenza,  addirittura  nelle  case  con  piccole  raccolte  di  libri,  come


                       72  G. Sodano, Armi e lettere, leoni e leopardi nella riflessione umanistica di due
                    gentilhuomini: i Fratelli Andrea Matteo e Belisario Acquaviva, in «Quaderni di Poly-
                    graphia», 2022, 5, pp. 347-358. D’Onofrio, Il viaggio fantastico, cit.
                       73  F. Luise, Consumi culturali nel Regno di Napoli: le biblioteche nobiliari, in «Ar-
                    chivio Storico per le Provincie Napoletane», CXXIII, 2005, pp. 377-401; G. Sodano,
                    Da baroni del Regno a Grandi di Spagna. Gli Acquaviva d’Atri: vita aristocratica e
                    ambizioni politiche, Napoli, Guida, 2012.
                       74  Asn, Sommaria, Diversi, Seconda numerazione, B. 157, c. 41 v. e ASN, Not.
                    Cesare Benincasa (sch. 367) B. 17, c. 857 r.
                       75  Asn, Not. Cesare Benincasa (sch. 367) B. 17, c. 809 r.
                       76  F. Bouza, Del escribano a la biblioteca, cit.


                                               Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Dicembre 2023
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
   60   61   62   63   64   65   66   67   68   69   70