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Morire in ospedale: il malato e il notaio (Palermo, 1435) 19
L’affezione e la gratitudine di Andrea per la struttura che lo aveva
accolto si coglie - oltre che dalla scelta di essere sepolto non a Pollina,
luogo in cui abitava, ma nella chiesa di Santa Lucia utilizzata come
cimitero dell’Ospedale - da alcuni legati destinati all’ente assistenziale:
10 onze «pro eius anime remedio» per finanziare la costruzione di
un’opera muraria - «per opere construendi andatos» - forse dei locali di
passaggio, dei corridoi ; dettaglio indicativo del fatto che nel dicembre
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1435 l’ospedale era in fase di cantiere, con parti da ampliare, modifi-
care, ristrutturare. Con la stessa finalità, «pro salute anime dicti testa-
toris», Andrea destina la somma di 15 tarì per messe che il cappellano
deve celebrare all’interno dell’ospedale . Altre 12 onze «pro missis ce-
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lebrandis pro anima dicti testatoris» sono da dividere tra i tre sacerdoti
della Chiesa madre di Pollina, dedicata a San Giovanni. Andrea ancora,
lega all'ospedale un giumento dei suoi; un animale da lavoro senz’altro
utile per l’ente ospedaliero. Tra i testimoni presenti al momento del te-
stamento, oltre a Gaspare Settimo, indicato quale clericus e ai due preti,
compaiono Giovanni Chiaromonte, il magister Domenico de Adam, Perri
Ximenis de Podio e Puccio Homodei, che avrebbe ricoperto la carica di
rettore dell’ospedale tra il 1452 e 1453 .
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Il 23 dicembre 1435, a raccogliere le ultime volontà di Andrea de
Clara, è il notaio Nicola Aprea (come indicato in una nota a margine),
che apre l’atto con le formule di rito: cassati eventuali altri codicilli e
testamenti, «suum presens nuncupativum sine scriptis condidit testa-
mentum quod dictus testator voluit et mandavit obtinere debere omni-
modam roboris firmitatem» .
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Nicola Aprea appartiene a una famiglia definita da Bresc «mista»,
all’insegna di un doppio binario della nobiltà civica divisa tra notariato
Augusti di Pietro da Eboli, la Sala Verde era destinata dai primi decenni del Trecento
a un progressivo decadimento e smantellamento, cfr. L. Sciascia, Palermo as a Stage
for, and a Mirror of, Political Developments form the 12th to the 15th Century, in A
Companion cit., p. 301 e pp. 314-315.
38 Cfr. il termine nel glossario di G. Bresc-Bautier, H. Bresc, Une maison de mots.
Inventaires de maisons, de boutiques, d’ateliers et de châteaux de Sicile XIII e -XV e
siècles, Associazione Mediterranea, Palermo, 2014 (Fonti e documenti – Mediterra-
nea. Ricerche storiche), voll. 6, VI, p. 1618.
39 In una carta databile tra gli anni 1449 e 1450, del notaio Antonino Aprea, il
magistrum cappellanum hospitalis novi è Enrico de Simone, presbitero in sacra pa-
gina: Asp, N, notaio Antonino Aprea, reg. 807, cc. 89-90.
40 F.P. Castiglione, Struttura di potere cit., p. 62. Dalla serie di rettori e ospedalieri
nel manoscritto di Francesco Maria Emanuele e Gaetani (1720-1802), sono indicati
per gli anni 1435-1436 (XIV indizione) come rettori Olivio Sottile, Giovanni Aldo-
brandino, Luigi del Campo; come ospedaliere Antonio de Arenis: A. Mazzè (a cura
di), L’edilizia sanitaria a Palermo dal XVI al XIX secolo: l’Ospedale grande e nuovo,
Accademia delle Scienze mediche, Palermo, 1992, p. 561.
41 Asp, N, notaio Nicola Aprea, reg. 830, c. 31.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XXI - Aprile 2024
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)