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                francese era quasi ossessionato dal problema della scarsa competiti-
                vità della loro marina mercantile nei confronti della napoletana, e la
                conseguenza  immediata  del  provvedimento  francese  era  il  dirotta-
                mento da Marsiglia a Nizza  di gran parte dell’export napoletano in
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                Francia . Si apriva così una lunga controversia tra Gran Bretagna e
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                Regno delle Due Sicilie che si sarebbe conclusa solo dopo la stipula
                del nuovo Trattato di Commercio.
                    La necessità di una revisione dei rapporti commerciali tra la Gran
                Bretagna e le Due Sicilie si era palesata già dai primi anni Trenta del
                secolo XIX. L’inasprimento della legislazione commerciale del Regno
                napoletano e le successive ritorsioni britanniche, che avevano carat-
                terizzato i rapporti commerciali a partire dalla seconda metà degli anni
                Venti, non avevano avuto altro risultato che incrinare le relazioni di-
                plomatiche  tra i due paesi, rendendole sempre più tese ed ostili. Le
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                trattative si avviavano, già nei primi anni Trenta, per l’interesse bri-
                tannico a concludere un nuovo accordo che regolasse le relazioni com-
                merciali  tra  i  due  paesi.  Interesse  della  Gran  Bretagna  era,  inizial-
                mente, ottenere un trattato di navigazione che le garantisse sostanziali
                riduzioni doganali su alcuni prodotti esportati nel regno napoletano;
                ma ben presto si faceva sempre più evidente la necessità di un nuovo
                trattato di commercio, non limitato a poche ed esclusive concessioni.
                «Obiettivo di questo governo – scriveva il presidente del Board of Trade
                – è quello di fare un trattato generale piuttosto che negoziare su due
                articoli» . Le negoziazioni si aprivano a seguito di alcune richieste po-
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                ste in essere dal governo delle Due Sicilie. Era l’ambasciatore napole-
                tano a Londra, Conte Ludolf, a riaprire il dialogo con il governo di Sua
                Maestà. Il governo napoletano, per tramite del suo ambasciatore, chie-
                deva, agli inizi del 1831, al Foreign Office, che la marina napoletana
                fosse ammessa a godere dei vantaggi, così come altri paesi stranieri,
                nell’esportazione di zucchero raffinato dai porti della Gran Bretagna .
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                francesi. Cfr. T. Del Conte, La politica commerciale del Regno delle Due Sicilie dal
                1815 al 1858 cit., p. 134.
                   61  A. La Macchia, Un’interessante triangolazione: Napoli, Nizza, Marsiglia (e un
                convitato non proprio di pietra, (Genova), Studi in ricordo di Tommaso Fanfani, Pa-
                cini editore, 2013, p. 473.
                   62  B. Salvemini – M.A. Visceglia, Marsiglia e il Mezzogiorno d’Italia (1710-1846),
                “Melange de l’ecole francaise de Rome, tome 103 (1991), pp. 110-119.
                   63  E. Di Rienzo, Il Regno delle Due Sicilie e le Potenze europee 1830-1861 cit.,
                pp. 27-42.
                   64  Tna, Fo, 70/137, p. 129, 19 July - 1833. Gli articoli cui si faceva riferimento
                nel  dispaccio  erano  il  ferro  e  i  pesci  salati,  due  fra  i  più  importanti  articoli  del
                commercio britannico nel Regno delle Due Sicilie. Cfr. G. Pagano De Divitiis, Mer-
                canti inglesi nell’Italia del Seicento cit., pp. 180-190.
                   65  Tna, Fo, 70/137, pp. 1-2, 10 May - 1831.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XXI - Aprile 2024
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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