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28 Carlo Taviani
cento, la dimensione politica è del tutto assente, mentre è viceversa
piuttosto rilevante in quelli di Arturo Pacini e Rodolfo Savelli, relativi
al Cinquecento . Le impostazioni storiografiche (insieme a quelle tra
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discipline) sono una delle motivazioni principali, che hanno contri-
buito a determinare via via approcci differenti; si pensi, ad esempio,
alla temperie degli studi francesi nella quale si è formato Heers, o
all’approccio microstorico utilizzato, per l’area ligure, da Edoardo
Grendi e poi da Osvaldo Raggio .
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Come spesso accade, in particolare per le divisioni tra storia poli-
tica e storia sociale ed economica, sono però anche ragioni di tipo per
così dire contingenti e congiunturali ad aver avuto una certa influenza
negli approcci utilizzati e, tra tutte, la tipologia, la stratificazione e lo
stato di conservazione delle fonti manoscritte degli archivi e delle bi-
blioteche genovesi.
La documentazione di tipo politico-istituzionale è conservata
nelle serie delle diverse istituzioni politiche, per il Quattro-Cinque-
cento, prevalentemente in registri e filze, mentre la documentazione
che fornisce informazioni di tipo sociale ed economico è costituita
soprattutto dall’archivio notarile, tra i più vasti nel suo genere per la
prima età moderna, in parte dai libri mastri e giornali, oggi difficil-
mente accessibili, della Casa di San Giorgio, l’organismo che gestiva
il debito pubblico e il maggior sistema bancario genovese e solo in
misura minore dai libri di conto dei mercanti . L’archivio notarile è
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1 J. Heers, Gênes au XVe siècle. Activités économiques et problèmes sociaux,
S.E.V.P.E.N, Parigi, 1961. R. Savelli, La repubblica oligarchica: legislazione, istituzioni e ceti
a Genova nel Cinquecento, Giuffrè, Milano, 1981. Di Arturo Pacini si vedano soprattutto
A. Pacini, I presupposti politici del «secolo dei genovesi». La riforma del 1528. Atti della so-
cietà ligure di storia patria, 2ª serie, 30, no. 1. Società ligure di storia patria, Genova, 1990
e Id., La Genova di Andrea Doria nell'impero di Carlo V, Olschki, Firenze, 1999.
2 Tra i vari lavori, si veda soprattutto E. Grendi, Il Cervo e la repubblica: il mo-
dello ligure di antico regime, Einaudi, Torino, 1993 e Idem, Le società dei giovani a
Genova fra il 1460 e la riforma del 1528, «Quaderni storici», 27 (1992), pp. 509–28.
O. Raggio, Faide e parentele: Lo stato genovese visto dalla Fontanabuona, Einaudi,
Torino, 1990. Per una rassegna storiografica, che include una riflessione sugli
studi di Grendi e anche un cenno all’importanza del ruolo del notaio, occorre qui
richiamare l’utile saggio di A. Ceccarelli, Dieci anni di studi sull'antico regime geno-
vese (1528–1797), «Rivista storica italiana», 2007, 119, 2, pp. 727-777.
3 Per le questioni politico-istituzionali si veda la serie dei Diversorum Registri.
Per il periodo 1450-1515, si vedano i registri dell’Asg, Archivio Segreto, da 544 a
680 e i Diversorum Filzae (Asg, Archivio Segreto, da 3038 a 3130) del Comune di
Genova. L’archivio della Casa di San Giorgio è, tra tutti gli archivi genovesi, proba-
bilmente quello che è stato preservato nel modo migliore e che ha subito minori
spostamenti. Presso la sede principale dell’Archivio di Stato di Genova è presente
la documentazione politico-istituzionale, per esempio la serie della Sala 34 (che
contiene i registri delle assemblee), i Primi Cancellieri (relativa ai territori in mano
alla Casa di San Giorgio) e i Manoscritti Membranacei (che contengono gli ordina-
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XXI - Aprile 2024
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)