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32 Carlo Taviani
lavori hanno utilizzato le fonti esterne e in particolare quelle milanesi
e francesi, che contengono riferimenti specifici alle dinamiche con-
flittuali degli Adorno e dei Fregoso .
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Riferimenti all’ambito delle fazioni si possono reperire anche stu-
diando la documentazione romana e fiorentina, o quella delle medie e
piccole corti rinascimentali centro-settentrionali della penisola, quali
Mantova, Urbino e Ferrara (Modena) . Tali corti offrono una prospet-
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tiva a volte ancora più interessante, perché le famiglie dogali genovesi
degli Adorno e dei Fregoso vi soggiornarono spesso. La funzione stessa
degli Adorno e dei Fregoso - uomini d’arme – permette di istituire pa-
ragoni tra questi ultimi e gli esponenti di tali corti, quali i Montefeltro,
gli Este, i Gonzaga. Ciò è evidente nel caso dei Fregoso, perché alcuni
dei loro esponenti vennero coinvolti nel sistema delle condotte o ven-
nero inquadrati nell’esercito pontificio, tra gli uomini d’arme dei Mon-
tefeltro . Il paragone può essere esteso dagli uomini al sistema di pa-
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tronage. Nonostante le differenze del sistema “costituzionale” geno-
vese, anche a Genova gli Adorno e i Fregoso istituirono una sorta di
corte, simile a quella di altri condottieri, la cui traccia venne però di
volta in volta cancellata negli anni successivi, con l’arrivo della nuova
fazione che si adoperava in un’azione di damnatio memoriae .
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La connessione tra le piccole e medie corti della penisola e Genova
riguarda anche i commerci e il progressivo coinvolgimento delle reti com-
merciali genovesi verso occidente. Come ha messo in risalto Isabella Laz-
zarini, fin dalla seconda metà del Quattrocento i principati padani, so-
prattutto Ferrara e Mantova, si legarono progressivamente alla penisola
9 Si veda per la documentazione milanese R. Musso, Lo stato “cappellazzo”.
Genova tra Adorni e Fregosi (1436-1464), «Studi di Storia medioevale e di Diploma-
tica», 17 (1998), pp. 223-288 e S. Ferente, Gli ultimi guelfi. Linguaggi e identità
politiche in Italia nella seconda metà del Quattrocento, Viella, Roma, 2013. La do-
cumentazione francese è stata invece utilizzata da F. Lévy, La monarchie et la com-
mune. Les Relations entre Gênes et la France, 1396-1512, École française de Rome,
Roma, 2014.
10 Per la prospettiva romana non è utile solamente la documentazione dell’Ar-
chivio Vaticano, ma anche quella notarile (per esempio quella dell’Archivio Capito-
lino, che conserva notai con informazioni sulla comunità dei genovesi nell’Urbe).
Grazie alle diverse serie dei carteggi degli ambasciatori e degli oratori fiorentini, è
possibile studiare i movimenti delle fazioni, per esempio durante la guerra tra Ge-
nova e Firenze per la Lunigiana, tra gli anni Ottanta e Novanta del Quattrocento.
Urbino offre una prospettiva interessante soprattutto attraverso il notarile. Per i
Gonzaga si veda oltre. La documentazione estense (conservata a Modena), offre
informazioni sulle condotte militari e sui carteggi.
11 C. Taviani, Lotte di parte. Rivolte di popolo e conflitti di fazione nelle guerre
d'Italia (1494-1531), Viella, Roma, 2021, p. 69 e pp. 71-75.
12 A. Borlandi, Pittura politica e committenza nel primo Quattrocento genovese,
in A. Morrogh, F. Superbi Gioffredi, P. Morselli e E. Borsook (a cura di), Renais-
sance Studies in honor of C.H.. Smyth, Giunti Barbera, Firenze, 1985, pp. 65-77.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XXI - Aprile 2024
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)