Page 96 - Mediterranea-ricerche storiche, n. 47, dicembre 2019
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                    In casa dell’ambasciatore d’Ollanda residente in Venezia con le porte aperte
                 e sonata prima la campana del ministro, si predicano eresie; e trattatosene più
                 volte in Collegio, non s’è riportata altra risposta se non che tenevano i Signori
                 che non si facesse più; ma che vi avrebbero avuto la debita considerazione,
                 replicando il nunzio che tuttavia continuava. Ed eccitato di novo il nunzio a
                 trattarne questo giugno passato, rispose ch’essendo in Collegio alcuni
                 favorevoli all’ambasciatore, temeva che il parlarne fosse più tosto per impedire
                 la speranza che si ha di megliorare con la mutazione di fautori di detto
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                 ambasciatore, che doveva seguire ad agosto .

                    Il residente dei Paesi Bassi a Venezia si mostrava troppo dedito alla
                 causa della sua confessione, lasciando predicare il proprio ministro
                 con le porte aperte: il nunzio era intervenuto, ma la Signoria non si era
                 particolarmente impensierita. Alla fine si decise di attendere la
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                 «mutazione dei fautori» del diplomatico . Episodi come questi potevano
                 accadere, ma erano ben lungi da una vera e propria iniziativa
                 coordinata di propaganda religiosa. Allo stesso modo, con la presenza
                 frequente di truppe straniere che si aggiravano per la penisola, di cui
                 molte di fede protestante, potevano accadere situazioni ai limiti della
                 provocazione: «All’inquisitore di Bergamo s’è scritto che proceda contro
                 un soldato eretico, imputato d’aver fatto inserire e recitare da alcuni
                 putti, mentre dicevano le litanie, il nome di Calvino con le parole:
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                 sancte Calvine, ora pro nobis» .
                    Circostanze come queste non costituivano un serio rischio. In ogni
                 caso, il controllo sugli eserciti preoccupava l’Inquisizione costante-
                 mente. I soldati dovevano essere tenuti sott’occhio il più possibile, e le
                 cautele della Congregazione miravano a prevenire ogni possibile con-
                 tatto. Caso eclatante era per esempio quello della guerra del Monferrato
                 (1628-1631), in cui la significativa presenza di militari tedeschi aveva
                 generato molta apprensione tra le file del Sant’Ufficio. Raccomanda-
                 zioni venivano dunque inviate con insistenza:

                    Perché in occasione della soldatesca alemanna venuta in Italia vi si intro-
                 ducono e disseminano diversi libri d’heretici (come qui si è inteso), è parso a
                 questi miei signori illustrissimi ch’io debba ricordare a Vostra Reverentia che
                 non solo voglia rinnovare gli editti in questa materia et ordini dati a’ datieri e
                 gabellieri delle porte, ma con ogni diligenza invigilare che con quei mezzi che
                 giudicarà più opportuni si raccoglino li disseminati e faccia in ciò quelle dili-
                 genze che vi si ricercano per ovviare al grave danno che cagiona a’ fedeli l’in-
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                 troduttione di sì perniciosi libri .

                    19  V. Spampanato, Nuovi documenti intorno a negozi e processi dell’Inquisizione (1603-
                 1624), «Giornale critico della filosofia italiana», 5, CXIII (1924), n. 218.
                    20  Ivi.
                    21  Id., Nuovi documenti, n. 223.
                    22  Cfr. A. Rotondò, Nuovi documenti per la storia dell’Indice (1572-1638), «Rinasci-
                 mento», seconda serie, III (1963), p. 186.


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                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Dicembre 2019
                 ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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