Page 222 - Mediterranea-ricerche storiche, n. 47, dicembre 2019
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                 citazioni. Il riferimento principale di questo primo volume del lavoro
                 storiografico di Giarrizzo è in effetti l’opera di Croce, Storia della storio-
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                 grafia italiana nel secolo decimonono . Già nel titolo è evidente l’uso di
                 una espressione crociana: “La storiografia della nuova Italia” è para-
                 frasi della crociana “Letteratura della nuova Italia”. Ma anche il fre-
                 quente ricorso alle citazioni, cui abbiamo accennato, è un elemento
                 che caratterizza i due volumi di Croce, il quale – seguito anche in que-
                 sto probabilmente da Giarrizzo – voleva «costringere a leggere scrittori
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                 nostri a torto negletti» . Basta del resto scorrere l’indice dei nomi del
                 volume per notare che il nome più ricorrente è quello di Croce: con
                 quasi altrettante frequenze sono presenti solo gli autori oggetto di stu-
                 dio, cioè gli storici del secolo XIX.
                    Non intendo certo sostenere che Giarrizzo segua pedissequamente
                 il modello di Croce, che ovviamente aggiorna, riscrive, supera, se si
                 vuole usare questo brutto termine, comunque confuta o accoglie
                 secondo i casi com’è normale e persino ovvio trascorso quasi un secolo.
                 Il discorso è più complesso, ed ha aspetti drammatici cui lo stesso
                 Giarrizzo, come vedremo, accenna nella sua prefazione. Croce aveva
                 offerto la sua storia ai «giovani studiosi» italiani perché «debbono ripi-
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                 gliare il filo dalle mani dei maggiori» , e aveva così consegnato alle gene-
                 razioni successive, inclusa quella di Giarrizzo, una genealogia (i
                 ‘maggiori’ appunto). Il nostro li riconosce come tali, aggiungendovi
                 Croce e coloro che sono venuti dopo. La sua storia della storiografia è
                 per questa via una ‘autobiografia’. Nella sua Storia di Maria in un com-
                 mosso passo annota: «Quando però, scomparsa Maria, sono tornato a
                 La storiografia della nuova Italia con l’intenzione di dedicarla alla
                 memoria di chi in vita non aveva mai voluto dediche di scritti miei, quel
                 lavoro mi è apparso come l’autobiografia consapevole di una genera-
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                 zione di storici, la mia» .
                    Ma se guardando indietro sente forte il senso di appartenenza e con-
                 tinuità, quando guarda avanti a sé scorge invece una frattura. Quel
                 che egli avverte drammaticamente è che la sua generazione chiude


                    5  Utilizzo l’edizione Laterza, Bari 1964, in due volumi, ma la Storia apparve dapprima
                 a capitoli nella rivista la “Critica” (1915-1920) e poi, in forma più breve, «tolti o compen-
                 diati molti brani testuali», fu pubblicata da Laterza nel 1921. Cfr. Ivi, Avvertenza, vol. I,
                 p. VII.
                    6  Ibidem.
                    7  Ibidem.
                    8  G. Giarrizzo, Storia di Maria. Ad me ipsum. Pensieri, memorie, affetti, a cura di Luigi
                 Musumeci e Claudio Giarrizzo, Presentazione di Fulvio Tessitore, Maimone, Catania
                 2017, p. 28.


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                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Dicembre 2019
                 ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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