Page 224 - Mediterranea-ricerche storiche, n. 47, dicembre 2019
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648 Enrico Iachello
fare, dichiara Giarrizzo, né col ‘passato’ né col presente/futuro. Non per-
ché sia pacificato o rassegnato, ma perché sente appunto di appartenere
al mondo ‘perduto’ verso cui ci conduce novello Virgilio: «la risposta per
me non è stata né il silenzio né la protesta: nello sforzo di comprendere
mi sono rifugiato con abbandono nel passato della storiografia, che mi
era dall’origine familiare anche se in quel regno delle ombre, scomparso
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Virgilio, toccava a me ‘bere il sangue’ che li avrebbe riportati in vita» .
Virgilio è scomparso, ma la Storia di Croce sta lì come solido punto di
orientamento dalla quale può anche, com’è ovvio, prendere le dovute
distanze, con semplicità e direi serenità. Si veda al riguardo la ‘tranquil-
lità’ con cui chiude il discorso sull’atteggiamento di Croce nei confronti
delle scienze sociali: «minor rilievo trovano per il filosofo che ha confinato
fra gli pseudo-concetti le regole ed il metodo delle scienze sociali, le
grandi conquiste della sociologia e dell’antropologia da cui muoveva la
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storiografia ‘sociale-istituzionale’ della scuola democratica» .
Dietro questa ‘postura’ sta il fatto che i ‘conti’ con Croce li ha fatti
dopo la sua morte Federico Chabod disegnando il profilo di un Croce
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storico da trasmettere alle nuove generazioni. Del suo intervento tutti
hanno tratto giovamento e in realtà, sia pure forse tardivamente, anche
la nostra generazione di ‘non discepoli’. L’operazione di Chabod ha reso
in effetti superflua nel secondo dopoguerra la polemica (a parte quella
della storiografia gramscista) e consentito alla generazione di Giarrizzo
(penso in particolare, ma non sono i soli, a Romeo e Galasso) di con-
frontarsi appunto con serenità col ‘maggiore’ serbandone appunto un
senso di filiazione con la stima e il rispetto.
In modo esplicito Giarrizzo ribadisce il valore della Storia della storio-
grafia italiana di Croce, quasi sfidando chi l’aveva criticata: «Di questa
‘storiografia del secolo decimonono’ – scrive - Benedetto Croce tracciò
un percorso suggestivo che, da tanti criticato, nessuno – a mia notizia –
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si è provato a rifare» . Singolare invero il destino di quest’opera nel
secondo dopoguerra: Chabod, cui – come s’è visto – si deve il contributo
che traccia l’eredità del Croce storico, in esso non la cita, e se ne serve
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solo una volta nella sua Storia della politica estera italiana , laddove ci
13 G. Giarrizzo, La storiografia della nuova Italia, cit. p. 5.
14 Ivi, p. 112.
15 F. Chabod, Croce storico, «Rivista storica italiana», LXIV, 1952, pp. 473-530, poi in
Id., Lezioni di metodo storico, a cura di Luigi Firpo, Laterza, Bari 1976, pp. 179-253.
16 G. Giarrizzo, La storiografia della nuova Italia, cit., p. 111.
17 F. Chabod, Storia della politica estera italiana dal 1870 al 1896, vol. I, p. 158, n.
65. (citazione a proposito di Nicola Marselli ‘storico’).
n. 47
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Dicembre 2019
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)