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mento: «Ogni dì pilgo quello [il sacramento] qual a me crida, Disce a me
quia humilis sum. Et pur superbo sono. Pilgo quello ardente focco […]
Et pure resto freddo» 137 . Del resto, per Carioni e Merici (come già nella
devotio moderna) la ricezione della grazia può avvenire anche fuori dal
rito sacramentale, attraverso la ‘comunione spirituale’: «Se sei impedito
de non poder andare a messa crida tanto ne le orecchie de la pieta
divina che te communiche lui almanco spiritualmente dagando la gra-
tia che ge darebbe se corporalmente se comunicasse» 138 .
Allo stesso modo, la preghiera vocale, pur prevista dalle compagnie,
ha limitato valore spirituale. Dice fra Battista: «despiace a Dio quelli
che voleno pur dire molte oratione e psalmi e tutto lo giorno spenderlo
in simil parole come se Dio fusse sordo e bisognasse continuamente
ciancarge ne le orecchie» 139 . Esse piuttosto assumono un ruolo prepa-
ratorio all’orazione mentale, che rappresenta l’unico e vero modo di
comunicare con Dio 140 . Come recitano le regole dei barnabiti e delle
orsoline: «la exterior oratione, overo vocale percio essere ritrovata, accio
che excitati dal suo gusto, et senso, almeno alultimo Jnconminziano
imparare la interiore oratione» 141 ; «Benché col spirito et con la mente
bisogna sempre orare […] consigliemo ancora la frequente oratione
vocale, per la quale se excitano li sentimenti corporei et se dispone alla
mentale» 142 . Allo stesso modo, per Carioni e Merici, il significato della
penitenza fisica è quello di predisporre alla purificazione della mente 143 .
In definitiva, il valore che i fondatori delle compagnie attribuiscono
agli elementi esteriori del culto (definiti ‘cerimonie’) è quello di attivare
esperienze spirituali interiori. Battista da Crema, come è stato già rile-
vato 144 , è particolarmente critico nei confronti di coloro che si affidano
alle cerimonie: «christiani […] de pure cerimonie, de andare in giesa et
haver la mente a la mercantia o ad altre vanità» 145 ; «l’acqua santa li
lava via [i peccati], torrò poi un’indulgentia plenaria et casseremo il
tutto […] vana presuntione» 146 . Tuttavia, se Battista redarguisce i «ceri-
moniani», non rigetta del tutto le cerimonie, la cui funzione è quella di
137 F. Andreu, Le lettere cit., p. 16.
138 Via de aperta, pp. 53v-54r. Per Merici, cfr. Regula, VI, in L. Mariani et al., Angela
Merici cit., p. 500. Sulla devotio moderna, cfr. R.R. Post, The Modern Devotion. Confron-
tation with Reformation and Humanism, Brill, Leiden, 1968, pp. 174, 229.
139 Via de aperta, p. 56r. Erasmo pone tale questione in termini simili nell’Enchiridion
militis christiani (Apud felicem Argentinam apud Ioannem Knoblouchium, 1523, p. 22v).
140 Tale concetto era già presente in Savonarola: cfr. M. Bataillon, De Savonarole,
pp. 27-28.
141 Costituzioni, 10, in Cagni, Le Costituzioni cit., pp. 312-13.
142 Regula, V, in L. Mariani et al., Angela Merici cit., p. 498.
143 Specchio, p. 56r; Regula, IV.
144 M. Firpo, Nel labirinto cit.
145 Via de aperta, p. 77v.
146 Specchio, p. 3r.
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Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Dicembre 2019
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)