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4.3. La visione della Chiesa
Data la concezione della vita cristiana vista finora, qual è la visione
della Chiesa di questi personaggi? Benché i fondatori riconoscano l’au-
torità della Chiesa, richiedano l’approvazione ecclesiastica per le com-
pagnie e i trattati, e condannino lo scisma protestante, essi non
considerano l’apparato esteriore del culto, di per sé, necessario ad atti-
vare la progressione spirituale e l’esperienza del divino. Inoltre, pur
non opponendosi alla Chiesa, le compagnie si presentano come delle
‘comunità di santi’ in nuce, che aspirano a riformare la cristianità e a
superare gradualmente una tipologia di Chiesa esteriore. In questo
quadro talvolta i loro richiami alla tradizione e all’autorità ecclesiastica
appaiono soprattutto funzionali alla giustificazione del proprio ideale
spirituale.
Il modello ecclesiale di riferimento delle compagnie è la Chiesa degli
apostoli, tema comune a tutte le esperienze di rinnovamento religioso
di inizio Cinquecento, da Lutero a Erasmo ai cappuccini e ai gesuiti.
Nelle compagnie vi è un’identificazione profonda con le prime comunità
cristiane e con il loro impegno apostolico. Nella prefazione di Via de
aperta verità l’agostiniano Regino presenta l’opera di Battista da Crema
in questa prospettiva: «Apertamente hormai […] veder si può chel
magno Dio voglia ridur la nostra santa giesa […] a quella semplicissima
apostolica purità, nella quale essa nacque» 116 . Senza fare distinzioni di
genere e di status, Battista assegna ai perfetti il compito apostolico di
promuovere la riforma della società: «bisogna se alcuni hanno ricevuto
alcuni doni da dio, che non li tengano più ascosti, ma facciano de’
buoni successori, et ognuno in quello stato che può, ò secolari che
siano, ò religiosi, huomini ò donne» 117 . Questo, infatti, è il ruolo dato
da Carioni ai barnabiti, come spiega Zaccaria ai suoi confratelli: «il
desiderio del nostro divin padre il quale (come vi ricorderete) voleva che
fossimo piante e colonne della rinnovatione del fervor christiano» 118 .
Così i paolini intraprendono le missioni in diverse città identificandosi
con gli apostoli, i quali, sebbene perseguitati e privi di formazione cul-
turale, avevano l’appoggio divino: «et voi che così vi separate […] vi
racordemmo di non temere anchora che non havessevi tante litere, o
favore, perché tali erano li apostoli. Et la untione del spirito santo vi
amaestara del tutto» 119 .
L’ideale della Chiesa primitiva intesa come comunità di santi è fon-
damentale anche nella compagnia di Miani: «Iesù Christo, te pregamo
116 Via de aperta, p. 1v.
117 Ivi, p. 72v.
118 A. M. Zaccaria, Gli scritti, Edizioni dei padri barnabiti, Roma, 1975, p. 65.
119 Costituzioni, 16, in Cagni, Le Costituzioni cit., p. 352.
n. 47
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Dicembre 2019
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)