Page 61 - Mediterranea-ricerche storiche, n. 47, dicembre 2019
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Una proposta di riforma della ‘vita christiana’ nel primo Cinquecento in Italia 485
[…] che reformi la christianità a quello stato de sanctità, lo qual fu nel
tempo di toi appostoli» 120 . La stessa identità dei Servi dei Poveri si fonda
su questo modello. Come gli apostoli, Miani e i suoi discepoli abban-
donano le proprietà, hanno tutto in comune, lavorano, pregano e pre-
dicano il Vangelo ai contadini: «O come era cosa bella da vedere a’
nostri tempi per tanti vitii corrotti un gentil’huomo Venetiano in habito
rustico, in compagnia di molti mendichi, anzi per dir meglio christiani
riformati e gentil’huomini nobilissimi secondo il santo vangelo, andar
per le ville a zappare […] cantando salmi et hinni al Signore, ammae-
strando i poveri contadini nella vita christiana» 121 . Anche i somaschi,
quindi, ambiscono ad avviare la riforma cristiana della società, comin-
ciando – come fece Gesù stesso – dai poveri. Essi, infatti, abbracciano
un’idea di chiesa universale, che viene identificata non tanto con l’isti-
tuzione ecclesiastica, ma con l’umanità intera. Tale idea di Chiesa è
descritta con una terminologia che ricorda gli stadi del percorso di per-
fezione delineati da Battista da Crema:
Anchora pregamo Dio per la giesia sua perfectissima in cielo, cioè per li beati
[…] per la giesia perfecta in terra, cioè per quelli chi son nela gratia sua, atiò
gli acrescha le vertù et gratie […] per la imperfecta, cioè pecatori, atiò li dia
emendatione de vita et remisione de loro pecati; per la purgativa, atiò li liberi
da quelle pene et gli dì la gloria eterna; per la giesia sua che pol essere, cioè
per li infideli […] atiò gli doni il lume dela fede 122 .
Anche la Compagnia di sant’Orsola rientra in questo quadro ideo-
logico. Innanzitutto la futura santa incita le sue consorelle a esemplare
la propria vita sul modello della Chiesa primitiva: «Teneti l’antiqua
strata et usanza della Giesa, ordenata, et fermata da tanti Santi per la
inspiratione dello Spirito santo» 123 . La lettera introduttiva alla Regula
ribadisce questo concetto: «Et tanto più questa sorte de vita è parsa
degna et giusta, quanto pare esser imagine, et quasi una sintilla del
viver dela primitiva Giesa» 124 . Benché diretta alle donne la Compagnia
non escludeva «come seguaci et adherenti […] ogni sorte di creature:
homini, donne, grandi, piccolo, gioveni, vecchii» 125 . Le orsoline, come
gli apostoli, vivono nel mondo guadagnandosi da vivere, dando il «bon
essempio […] bon odor a tutti di virtude» e predicando informalmente:
120 C. Pellegrini, Ordini e costituzioni cit., p. 28.
121 Id., Vita del clarissimo cit., p. 15.
122 Id., Ordini cit., pp. 30-31.
123 Arricordi, 7, in L. Mariani et al., Angela Merici cit., p. 511.
124 Al lettore, in L. Mariani et al., Angela Merici cit., p. 433.
125 Ivi, p. 434. Cfr. G. Zarri, Orsola e Caterina: Il matrimonio delle vergini nel XVI secolo,
«Rivista di storia e letteratura religiosa», 29 (1993), pp. 527-554.
n. 47 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Dicembre 2019
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)