Page 59 - Mediterranea-ricerche storiche, n. 47, dicembre 2019
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Una proposta di riforma della ‘vita christiana’ nel primo Cinquecento in Italia 483
il frutto di uno stato di grazia che si è già raggiunto attraverso la mor-
tificazione dell’amor proprio. Tale posizione è assimilabile all’idea di
opere di bene esemplificata qualche anno dopo dal Beneficio di Cristo,
il ‘manifesto’ del movimento degli ‘spirituali’ 110 . Infatti il Beneficio
dichiara che solo attraverso la purificazione del cuore le opere di bene
possono essere veramente caritative: «tutte le opere, che vengono da
impuro cuore e immondo, sono anco esse immonde e impure, e per
conseguente non possono esser né grate a Dio, né efficaci a giustificare.
Bisogna dunque prima purificare il cuore, se vogliamo che le nostre
oppere piacciano a Dio» 111 . Per quanto la purificazione del cuore sia
descritta come l’opera della fede ricevuta attraverso i meriti di Cristo,
essa comporta un processo di graduale mortificazione interiore: «se
vogliamo conformarci con la vita sua [di Cristo], ci bisogna portare di
continuo la croce, come esso disse, se alcuno vorra venire dopo me,
disprezzi se stesso» 112 . Allo stesso modo, Valdés afferma che «El pio che
vorrà […] che li movimenti de lo spirito santo abbiano forza ed efficacia
in lui, deve attendere alla mortificazione delli suoi affetti e appetiti» 113 .
Da questa prospettiva, ci sembra significativo che nell’Alfabeto cristiano
(ca. 1536) il maestro spagnolo consigli a Giulia Gonzaga di leggere Cas-
siano e l’Imitazione di Cristo 114 . Inoltre, sia nell’alumbradismo valde-
siano, sia nel Beneficio di Cristo, il ‘vero christiano’, abitato da Cristo,
virtuoso e divinizzato, ricorda da vicino la figura del ‘perfetto’ dei fon-
datori delle compagnie (nonostante il solafideismo):
Questa medesima fede ci unisce con Dio e fa che egli abita nei cuori nostri e
veste l’anima nostra di se stesso, e per conseguente lo spirito suo ci muove a
quelle medesime cose, alle quali moveva Cristo, mentre ch’egli conversava con
gli uomini, dico all’umiltà, alla mansuetudine, alla ubbidienza di Dio, alla carità,
alle altre perfezioni, per le quali recuperiamo l’immagine di Dio […] Adunque
per la fede siamo giusti e santi 115 .
110 Il Trattato utilissimo del beneficio di Giesù Cristo, Bernardino de Bindoni, Venezia,
1543, fu composto dal monaco benedettino Benedetto Fontanini da Mantova e revisio-
nato da Marc’Antonio Flaminio, sodale di Valdés e Pole, tra il 1540 e il 1542.
111 Ivi, p. 28r. Come Battista, il Beneficio riconduce all’«amor proprio» le opere di bene
fatte per giustificarsi (ivi, p. 32r).
112 Ivi, p. 43r. Mario Rosa ha sostenuto che il Beneficio ha una componente ricondu-
cibile a una corrente ascetico-mistica riscontrabile nella devotio moderna e in Battista
da Crema: M. Rosa, «Il Beneficio di Cristo», Interpretazioni a confronto, «Bibliothèque d’Hu-
manisme et Renaissance», 40, No. 3 (1978), p. 614.
113 Le Cento e dieci divine considerazioni di Giovanni Valdesso, Halle in Sassonia, E.
Anton/W.Ploetz, 1860, Cons. 65, p. 221.
114 J. de Valdés, Alfabeto cristiano, in M. Firpo (a cura di), Alfabeto cristiano. Domande
e risposte, Della predestinazione, Catechismo per i fanciulli, Einaudi, Torino, 1994, p. 92.
115 Trattato utilissimo, pp. 31r-v. Da questo punto di vista è interessante rilevare che
fra Battista fu accusato di ‘alumbradismo’ dall’inquisitore Melchior Cano (M. Bataillon,
De Savonarole à Luis de Granade, «Revue de Littérature comparée», 16 (1936), p. 36).
n. 47 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Dicembre 2019
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)