Page 78 - Mediterranea-ricerche storiche, n. 47, dicembre 2019
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502 Francesca Fausta Gallo
propri topoi sui quali si sarebbe costruita parte dell’identità urbana
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di Siracusa .
Lo Scobar, che come il Nebrija scriveva in latino, riconosceva allo
studio del passato una funzione propagandistica, educativa e reto-
rica. Centrale, nella sua ricostruzione, la conoscenza della civiltà
greca – tanto nella sua componente storica che letteraria – che rap-
presentava un elemento imprescindibile per chiunque si volesse
occupare di storia siciliana, e che il nostro aveva appreso nella
scuola del Lascaris. È da sottolineare, infine, la “laicità” della sua
interpretazione del passato, per niente condizionata da letture bibli-
che o visioni teologiche, nonostante il suo importante ruolo all’in-
terno della diocesi siracusana.
Il testo era, di fatto, una ricostruzione della storia antica della città
dalla fondazione all’età tardo-antica (incluso l’avvento del cristianesimo
e il periodo bizantino) sulla base delle testimonianze dei classici greci,
romani e di autori contemporanei. Sono ripetutamente citati Tucidide,
Dionigi di Alicarnasso, Strabone, Filisto Siracusano, Eusebio, Svetonio,
Senofonte, Cicerone, Tito Livio, Polibio. Tra i “moderni” troviamo Annio
Viterbese e Lorenzo Valla. È ricordato anche Costantino Lascaris, che
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Scobar definisce «mihi praeceptor litterarum graecarum» . Il significa-
tivo numero degli autori citati, testimonia le ampie letture dell’umani-
sta spagnolo.
Seguendo un principio autoritativo, lo Scobar costruisce il testo
come un elenco di enunciazioni a cui fa seguire la fonte, l’auctoritas,
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appunto, che supporta tali informazioni. Spesso un’unica fonte , a
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volte più di una , raramente fonti in contraddizione tra loro: nel qual
caso sposa quella che restituisce un’immagine ‘favorevole’ alla città,
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rafforzandola con altre testimonianze di autori ancora più illustri .
43 Vedi ultra.
44 Sono citati anche Plauto, Valerio Massimo, Silio Italico, Servio, Floro, Marco Giu-
liano Giustino, Solino, Ausonio, Pomponio Mela, Eutropio, Orosio, Teofane Confessore,
Paolo Diacono. Non tutti questi autori furono letti direttamente, spesso lo Scobar si servì
di commenti o citazioni di autori contemporanei cui, correttamente, rinvia. Va sottoli-
neato, in ogni caso, che le principes, delle opere citate dallo Scobar avevano visto la luce
tra gli anni ’70 del Quattrocento e gli inizi del XVI secolo, e circolavano anche in Sicilia
che, evidentemente, anche da questo punto di vista, era pienamente inserita nei circuiti
culturali dell’umanesimo italiano, cfr.: A. Tramontana, Polemiche linguistiche cit., p.481.
45 Ad esempio, l’affermazione «Syracusas esse totius Siciliae caput», è supportata
dalla testimonianza del solo Valerio Massimo.
46 Eusebio e Tucidide sono chiamati a testimoniare che Siracusa fu fondata prima di
tutte le principali città di Sicilia.
47 Dionigi di Alicarnasso aveva, ad esempio, messo in dubbio che Siracusa fosse stata
fondata prima di Roma, lo Scobar, allora, ricorre a Tucidide che conferma la maggiore
antichità della città aretusea.
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Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Dicembre 2019
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)