Page 79 - Mediterranea-ricerche storiche, n. 47, dicembre 2019
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Luigi Cristoforo Scobar: un umanista spagnolo nella Sicilia del ‘500 503
Compaiono qui alcuni topoi che troveremo anche nei successivi
autori di storia siracusana: la fondazione ad opera del corinzio Archia,
discendente di Ercole; il primo nucleo raccoltosi sull’Isola (Ortigia); la
forza e la potenza della città, capace di sconfiggere gli stessi eserciti
ateniesi. Ma ciò che lo Scobar ribadisce più volte e con più insistenza
sono le ragioni del “primato” della città aretusea: l’antichità della sua
fondazione, che precede altre importanti città siciliane (Lentini, Gela,
Agrigento, Modica, Solunto, Palermo, Catania, Megara, Hybla, Naxos,
Casmene) e la stessa Roma, e l’invincibilità dei suoi eserciti che ne
fecero l’indiscussa dominatrice della Magna Grecia, fondatrice, a sua
volta, di nuovi centri urbani. La città fu presa solo con il tradimento,
in questo accomunata con il destino di Troia: un mito, quello troiano,
caro agli umanisti in quanto individuato come atto fondativo della
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civiltà occidentale . Ragioni d’orgoglio che fanno ribadire più volte allo
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storico spagnolo, che «Syracusas esse totius Siciliae caput» .
Con quest’opera lo Scobar, facendosi portavoce di parte dell’ élite
urbana di cui il vescovo Platamone era un insigne rappresentante,
intendeva rivendicare le ragioni di una supremazia e di una superiorità
che trovavano nel passato illustre della città la loro ragione d’essere,
ma che cominciavano a essere da più parti minacciate, minando il suo
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ruolo di “capitale” della Camera e i suoi privilegi . L’intellettuale met-
teva, così, al servizio del committente il suo sapere e la sua cultura,
offrendogli degli strumenti dalle importanti valenze comunicative e
simboliche, funzionali alla sua azione politica e, soprattutto, creando
o rielaborando topoi che sarebbero stati utilizzati dai successivi eruditi
locali, cristallizzati e sedimentati fino a diventare beni immateriali,
patrimonio comune di tutta la società siracusana e sui quali si sarebbe
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costruita la sua identità .
Altro contributo dello Scobar alla storia di Siracusa fu la redazione
di due elenchi: quello dei Siracusani illustri nelle lettere, collocato alla
48 Sull’interesse per il ciclo troiano in Sicilia, di cui proliferano edizioni e commenti,
cfr.: N.D. Evola, Francesco Faraone e la leggenda troiana in Sicilia, «Bollettino del Centro
di Studi filologici e linguistici siciliani», II (1954), pp.373-375.
49 Primato dimostrato anche dall’esclusiva appartenenza alla città del simbolo del-
l’aquila, rappresentato nelle sue insegne e che, in seguito, fu usurpato indebitamente
da altri centri dell’Isola, in primo luogo Palermo.
50 A guidare la richiesta di abolizione della Camera reginale vi era Lentini che era
stata storica rivale di Siracusa, e a prova di ciò lo Scobar citava i passi di Tucidide e
Strabone sui conflitti che avevano contrapposto le due città nell’età greca.
51 Penso, tra l’altro, ad alcuni luoghi simbolici della città legati a miti che venivano
ripresi dallo Scobar, come la Fonte Aretusa; oppure a grandi personaggi del passato,
come Archimede. Sul rapporto tra intellettuale e committente, sono stati prodotti nume-
rosi studi. Qui cito soltanto S. Settis, Artisti e committenti fra Quattro e Cinquecento,
Einaudi, Torino, 2010, in particolare il capitolo I, attento soprattutto alla committenza
artistica, ma con considerazioni valide anche per contesti culturali più generali.
n. 47 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Dicembre 2019
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)