Page 81 - Mediterranea-ricerche storiche, n. 47, dicembre 2019
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Luigi Cristoforo Scobar: un umanista spagnolo nella Sicilia del ‘500 505
nità, non solo grazie a personaggi illustri (compresi alcuni imperatori),
ma anche e soprattutto nella costruzione della grande civiltà classica
e cristiana, a partire dal loro contributo alla lingua latina e alla lotta al
paganesimo e alle eresie.
Allo Scobar premeva, poi, marcare i legami che avevano unito già
nel remoto passato, Spagna e Sicilia e che erano sottolineati nel De
antiquitate Agrigentina, scritto nel 1511 e dedicata al cardinale Giu-
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liano Cybo, vescovo di Agrigento , e al «senato e popolo di Agrigento».
L’opuscolo si occupava, in prevalenza, delle vicende belliche in cui
la città era stata coinvolta, ma lo Scobar inseriva un’ampia digres-
sione sulle origini di Agrigento, edificata nella parte Occidentale del-
l’Isola chiamata Sicania. Tuttavia notava che, secondo alcuni autori
classici, tutta l’Isola inizialmente sarebbe stata chiamata Sicania e
questo nome sarebbe derivato da Sicanio, re di Spagna, oppure da
un fiume spagnolo di analogo nome: in ogni caso, entrambe le inter-
pretazioni stavano a indicare la provenienza iberica dei primi abitanti
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della Sicilia .
Con il conforto di numerosi autori, tra cui Strabone e Tucidide, veni-
vano, così, saldati i legami storici tra Spagna e Sicilia e lo spagnolo
Scobar, facendo tesoro della lezione del Nebrija, e forzandone l’inter-
pretazione, evidenziava le origini iberiche della popolazione siciliana,
individuando un sostrato preesistente all’ellenizzazione e alla romaniz-
zazione dell’Isola, che riconduceva siciliani e spagnoli a un identico
ceppo originario: affinità etniche e radici comuni rendevano quasi
“naturale” il legame tra Spagna e Sicilia, annullando ogni ipotesi alter-
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nativa e invitando gli isolani ad accettare una subalternità che era
scritta nella storia.
vane Girolamo Barresi che, fra il 1517 e il 1518, frequentò la sua scuola di grammatica
a Lentini. A un altro membro della famiglia Barresi, Giovanbattista, lo Scobar dedicò il
De causis corruptae locutionis libri tres, contenuti in un’edizione del 1512 di scritti gram-
maticali di Antonio de Nebrija. Nel 1517 Matteo Barresi aveva partecipato ai tumulti con-
tro il viceré Moncada, e ciò gli costò il bando dall’isola e la confisca di un terzo dei beni.
Nel 1518 ottenne il perdono da Carlo V e il totale reintegro nel possesso dei suoi beni e
delle sue prerogative e, quindi, poté fare ritorno in Sicilia.
58 Agrigento vive in quegli anni un certo fermento artistico e culturale, anche grazie
al proprio vescovo, proveniente da Genova, sensibile alla cultura umanistica e commit-
tente di opere d’arte, F. Loffredo, G. Vagenheim,(eds.), Pirro Ligorio’s Worlds. Antiquari-
anism, Classical Erudition and the Visual Arts in the Late Renaissance, Brill Leiden,
Boston, 2019, p. 99.
59 Solo in un secondo tempo i Siculi, venuti dall’Italia, avrebbero combattuto e vinto
i Sicani, modificando il nome dell’Isola in Sicilia.
60 Come, ad esempio, i sogni ‘autonomistici’ abbracciati da alcuni esponenti dell’élite
isolana ma, soprattutto, le velleitarie aspirazioni di dominio dei Francesi sui regni di
Napoli e di Sicilia, negli anni delle guerre d’Italia: ricordiamo che nel 1495 Carlo VIII
aveva occupato Napoli e per quasi un anno se ne era riconosciuto re.
n. 47 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Dicembre 2019
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)